Lazio-Sarri, rinnovo con qualche spina. Il tecnico biancoceleste resta a Formello, ma non mancano le criticità: la situazione nella Capitale.
Lazio, peccato Capitale. A Roma, sponda biancoceleste, si respira un’atmosfera particolare: i cugini giallorossi hanno vinto la Conference League. Il cambio d’allenatore in giallorosso ha dato i suoi frutti. Si può dire lo stesso, fino a un certo punto, per Sarri a Formello: il paragone con Inzaghi era e resta pesante, ma il tecnico biancoceleste se l’è cavata egregiamente. Club in Europa League, sopra la Roma in campionato, per quella che è stata una sfida all’ultimo punto.
Parlano i trofei: la squadra di Mourinho ha una buona pezza d’appoggio. Lazio, invece, che resta a bocca asciutta. Situazione che non dovrà ripetersi, motivo per cui Sarri accetta il rinnovo ma pretende un mercato all’altezza: l’ex Direttore di banca resta in panchina, ma esige delle garanzie. Niente scaramucce alla Inzaghi, dunque, ma il toscano ha parlato chiaro. Servono altri uomini per altre idee.
Lazio-Sarri, rinnovo con qualche esitazione: cosa non va in società
Il gap con la Roma deve essere colmato. A livello di vittorie. Quindi per pareggiare i conti Lotito ha le idee chiare: puntellare la squadra per raggiungere piazzamenti importanti anche in Europa. Questo aveva promesso, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo l’indice di liquidità. Tenere a bada le entrate attraverso le uscite, per comprare – in definitiva – bisogna vendere. Autofinanziamento.
Parola che non piace assolutamente a Sarri che ha chiesto – in sede di rinnovo – interventi importanti sul mercato: 3 milioni e mezzo più bonus fino al 2025 non bastano a placare le pretese di un allenatore che si sarebbe stancato di assemblare una squadra con diverse criticità da sistemare: l’ha fatto capire nelle conferenze stampa e l’ha detto chiaro e tondo a Lotito, che già ha dovuto fare i conti con l’allontanamento di Inzaghi. Ora non vuole commettere lo stesso errore.
Qualche nome per scacciare le frizioni: Emerson Palmieri, Parisi e Marcos Antonio. Poi c’è la questione Mertens che oscilla fra una “pazza idea” di mercato e un possibile colpo per scaldare la piazza. A tenere gli animi bollenti, però, è il rapporto con il DS Tare: più che mai altalenante. Se non si trova un punto d’incontro, non parte il mercato: un rinnovo in cascina non permette tentennamenti di sorta. Le Aquile devono tonare a volare alto.