De Rossi lascia la Roma: il motivo dell’addio dopo 29 anni. Il papà dell’ex capitano Daniele dice addio alla squadra che ha sempre allenato con enorme passione
La Roma è e resterà la sua seconda famiglia. Per quasi vent’anni Alberto De Rossi ha guidato, mietendo successi in serie, la Primavera giallorossa che da quasi 50 anni rappresenta una fucina di giocatori di grandissimo livello. Il vivaio romanista del resto ha sempre fatto da serbatoio per la prima squadra, sfornando veri e propri campioni che hanno fatto la storia del club giallorosso.
E Alberto De Rossi, allenatore della Primavera dal lontano 2003, ha forgiato, plasmato e cresciuto decine di talenti che si sono affermati in pianta stabile in prima squadra o sono andati a cercare fortuna altrove. Uno di questi è stato il suo unico figlio, Daniele, centrocampista tra i più forti della sua generazione in ambito internazionale e recordman di presenze in Nazionale.
Ma la sua avventura nel club capitolino, un capitolo lunghissimo della sua vita oltre che della sua carriera, è come uno splendido romanzo che sta per finire. La Roma gli ha proposto di entrare nei quadri dirigenziali, riconoscendogli un lavoro che non ha avuto eguali in Italia, con oltre 50 ragazzi lanciati in prima squadra. Ma De Rossi sr, seguendo l’esempio del figlio, ha detto di no.
Tanto per avere un’idea dello spessore e della qualità del suo lavoro svolto in questi anni a Trigoria, basti pensare che nella Roma che ha appena vinto la Conference League erano presenti quattro ex giocatori cresciuti sotto l’ala protettrice di De Rossi: il capitano, Lorenzo Pellegrini, il terzino Zalewski (che in Primavera faceva però il trequartista) e i due ragazzi Edoardo Bove e Felix.
De Rossi lascia la Roma, la decisione è di Friedkin
Ci si chiede allora perquale motivo Alberto De Rossi sta per lasciare la Roma. La risposta è tanto semplice quanto di una logica stringente: il presidente Dan Friedkin vuole portare un’aria di rinnovamento in tutti i settori della società, compresa la struttura del settore giovanile.
Non che il lavoro straordinario del tecnico di Ostia non venga riconosciuto, tutt’altro. Ma l’imprenditore americano avverte la necessità di imporre profondi cambiamenti anche all’interno della Primavera.