De Laurentiis è un fiume in piena nella presentazione del prossimo ritiro a Castel di Sangro. Dichiarazioni che portano a porsi delle domande.
Il terzo posto del Napoli in campionato, così come la conseguenziale partecipazione alla prossima edizione della Champions League ha galvanizzato Aurelio De Laurentiis. Era da tempo, in effetti, che non si vedere un presidente così raggiante ed entusiasta nel presentare il prossimo programma precampionato. In effetti, l’aumento dei ricavi annuali grazie a tale competizione, renderebbe felice chiunque si occupi di calcio e abbia in gestione una società.
Una felicità immensa, che si può capire solo dalle parole relative allo scudetto e alle possibilità di lottare per la vittoria da parte del Napoli. Dichiarazioni chiare, forti, decise, che fanno capire quanto questo club abbia bisogno di lottare tutti insieme verso il tanto agognato obiettivo che ormai manca da troppi anni e che in una sola occasione si è realmente sfiorato.
De Laurentiis, Spalletti e lo scudetto
Ma tutte queste meravigliose dichiarazioni, quanto valgono realmente in termini di azioni conoscendo il patron azzurro? Nella conferenza stampa di ieri ci ha tenuto a ribadire che non ama parlare di scudetto per non mettere pressione all’allenatore. Una frase poi accompagnata da un’altra dove confermava la volontà di vincere.
Allora, se si ha realmente la volontà di vincere, perché i contratti di giocatori come Koulibaly, Fabian Ruiz e Mertens non sono stati rinnovati prima? Giusto provare ad abbassare il monte ingaggi a causa di quanto accaduto per via della pandemia, ma rischiare di perdere dei top player a parametro zero, non è allo stesso tempo un fallimento dal punto di vista economico?
Se una società realmente ambisce a vincere il campionato, perché non ha programmato prima determinati rinnovi? Perché scaricare adesso, così come fatto in passato con altri, le responsabilità sui calciatori? Per comprendere che forse, quasi tutto era un bluff, bastava guardare la faccia di Luciano Spalletti. Un uomo d’onore, serio, competente, che proverà di tutto a raccogliere la sfida di De Laurentiis e vincere come richiesto, mettendo subito a zittire chi sa solo criticare.
Se però così non dovesse essere, il patron azzurro riuscirà a stare vicino all’allenatore e alla squadra come ha detto o si allineerà a chi è abituato ad attaccare ad ogni minimo errore? Ecco, se il patron azzurro rispondesse a queste domande, forse un’idea più chiara su cosa vuole fare il Napoli da grande, l’avremmo tutti.