La quarta Champions League vinta da Carlo Ancelotti è un record, ma è anche quella imprevista e inattesa. Persino dallo stesso Real Madrid…
Lui, ex dell’Everton. Che a Liverpool ci ha vissuto. Lui, avversario di Klopp: che ha sempre sostenuto di stimarlo forse più di qualsiasi altro allenatore avversario. Lui, che ha lasciato l’Inghilterra per tornare al Real, a dimostrare che ogni tanto le minestre riscaldate sanno anche di buono.
Carlo Ancelotti, soprannominato da alcuni giornalisti spagnoli “martillo educado”, il martello garbato, è di nuovo re d’Europa con una squadra che avrebbe anche potuto perdere contro un avversario forse più forte e in migliore condizione. Ma che non ha fatto l’unica cosa necessaria. Segnare.
E senza giocare ossessivamente in difesa, pur affidandosi a un Courtois che ha giocato la miglior partita della sua vita, il Real Madrid ha vinto la 14esima Champions League con merito.
Ancelotti e il Real Madrid
Ma i meriti stanno anche nell’essere arrivati alla partita più importante di una stagione estenuante, avere eliminato Paris Saint Germain, Chelsea e Manchester City partendo sistematicamente da sfavoriti, in una condizione emotiva impressionante.
Forse perché il Real Madrid alla Champions League, inizialmente non ci aveva nemmeno pensato. Florentino Perez aveva chiesto ad Ancelotti “la cortesia di tornare a Madrid per evitare altre umiliazioni in campionato”. Detto, fatto. Sono arrivati il titolo della Liga e la Champions League.
Il tutto a distanza di poche settimane dall’ennesimo record, unico tecnico ad avere vinto il titolo in Italia, Inghilterra, Francia, Germania e Spagna. Per Ancelotti è la nona vittoria contro il Liverpool in 17 partite. La più importante. Dieci trofei internazionali, 23 complessivi. In panchina, altro argomento di discussione, uno dei suoi punti di forza, il figlio Davide: uno che potrebbe fare il primo allenatore da subito, ovunque.
Un tattico. Ancelotti senior parla con il sorriso, gesticola, richiama i giocatori e cerca sempre di tenere il tono della discussione all’insegna della costruttività, dell’ottimismo. Davide impone compiti, richiama, cambia quando è necessario al primo sguardo di intesa del padre.
Per il Real cinque finali di Champions League in nove anni. Ancelotti si conferma l’unico allenatore a vincere la Coppa dei Campioni tre volte con due squadre diverse. Ancelotti tempo fa svelò come Florentino Perez lo avesse convinto: “Qui avremmo bisogno di una persona seria e garbata, proprio come sei stato te”. E i due di comune accordo hanno concordato di riscaldare una minestra che è piatto di portata di una delle stagioni più straordinarie nella storia del Real Madrid.