Al prossimo Mondiale in Qatar si preannunciano unici per tanti aspetti, ci saranno tante novità tra cui un inedito che riguarda gli arbitri.
Il Mondiale che si giocherà quest’inverno in Qatar sarà unico e questo già lo sappiamo. La particolarità di una Coppa del Mondo giocata nella stagione invernale è già di per sé un fattore inedito. La competizione più affascinante del mondo del calcio si terrà infatti tra novembre e dicembre, ma le novità non finiscono qui. C’è una svolta storica che toccherà direttamente anche la classe arbitrale.
L’Italia come purtroppo ben sappiamo non sarà in competizione per aggiudicarsi il trofeo. Il nostro paese infatti sarà rappresentato dagli arbitri selezionati per dirigere alcuni match. Dall’AIA arriveranno dunque Daniele Orsato, l’assistente Alessandro Giallatini e per finire Massimiliano Irrati e Paolo Valeri, in qualità di addetti VAR.
I 36 arbitri sono stati scelti dal Comitato arbitri della FIFA. L’organo è peraltro presieduto da un’altra nostra “leggenda” del fischietto, Pierluigi Collina. Chissà se per il nostro Orsato potrebbe avverarsi anche il sogno di dirigere anche la finale della Coppa del Mondo. Già nel 2020 il fischietto di Montecchio Maggiore era stato eletto miglior arbitro al mondo dall’IFFHS. Sempre quell’anno Orsato si tolse anche la soddisfazione di arbitrare la finale di Champions League tra PSG e Bayern Monaco.
Al Mondiale ne arriveranno tre
La vera novità però sarà che per la prima volta nella storia della Coppa del Mondo di calcio, ci saranno ben tre arbitri e tre guardalinee di sesso femminile. Si tratta della francese Stephanie Frappart, Salima Mukansanga dal Rwanda e della nipponica Yoshimi Yamashita. Mentre in qualità di guardialinee la brasiliana Neuza Back (Brasile), Karen Díaz Medina dal Messico e infine l’americana Kathryn Nesbitt.
“Siamo davvero felici di aver potuto chiamare delle donne per la prima volta nella storia – ha detto Collina – così facendo vogliamo sottolineare che per noi conta la qualità e non il genere. Spero che presto la selezione di direttori di gara femminili d’élite per importanti competizioni maschili non più considerata qualcosa di clamoroso, bensì normalità“.