L’esempio da seguire dei Rangers: dal fallimento del 2012, la società ha costruito una squadra che oggi giocherà la finale di Europa League.
Sembrava finita un’era, il 14 giugno 2012, quando la storica squadra dei Rangers di Glasgow è entrata in liquidazione. Ed invece, a 10 anni di distanza, una delle compagini più prestigiose d’Europa è oggi tornata ai massimi livelli, pronta a giocarsi la sua prima finale continentale da 14 anni a questa parte.
Cosa ha portato i Gers di nuovo così in alto? L’organizzazione e l’ambizione, la coscienza della storia del club di cui si è parte, hanno sempre il loro peso. E l’hanno avuto anche sulla sponda blu di Glasgow. Nel 2012, la The Rangers Football Club Ltd ha rilevato il club per circa sette milioni e mezzo. Per preservare la storia del marchio, però, si è venduto solo il ramo d’azienda. Il bacino d’utenza dei tifosi, e le strutture già esistenti, hanno poi permesso ai Rangers di risalire velocemente la china. Non tutte le squadre di quarta serie scozzese, d’altronde, possono contare su un centro d’allenamento come il Murray Park, costato 14 milioni di sterline ed inaugurato nel 2001.
Per tornare in Premier League scozzese ci sono voluti quattro anni, uno in più del previsto. Il club, però, si è presentato subito competitivo, arrivando al terzo posto sia nella stagione 2016-17 che in quella successiva. La lungimiranza della società, poi, ha fatto il resto. Perché per la stagione 2018-19, sulla panchina, è stato ingaggiato il leggendario Steven Gerrard, che ha dimostrato di saper lavorare anche come manager, cambiando tutto.
Gerrard e Van Bronckhorst: i Rangers fino alla finale d’Europa League
Contro gli uomini dell’ex Liverpool, il Celtic ha dovuto sudare sette camicie per confermarsi campione, riuscendoci solo a tre giornate dalla fine. Nello stesso anno, però, i Light Blues sono tornati anche a qualificarsi per la fase a gironi di una competizione come l’Europa League, pur non riuscendo ad andare oltre. La loro assenza dalla massima serie ha determinato un crollo dell’appeal del calcio scozzese a cui ha fatto seguito l’enorme diminuzione d’incassi anche per il Celtic. L’Old Firm è infatti un patrimonio irrinunciabile, senza il quale si son venduti al ribasso i diritti televisivi ed i biglietti, anche ad Hampden Park.
I biancoverdi sono riusciti a vincere nuovamente il titolo nella stagione 2019-20, segnata dal COVID-19, ma poi Gerrard e i suoi hanno potuto finalmente raccogliere i frutti del loro percorso. Merito del suo allenatore, che nello staff ha avuto la prontezza di chiamare un grandissimo del calcio giovanile come Micheal Beale (artefice della crescita di Mason Mount, Tammy Abraham e Trent Alexander Arnold). Gerrard ha valorizzato l’attaccante semisconosciuto Alfredo Morelos, ed ha proposto un calcio estremamente atipico. Il marcatore più prolifico della stagione sarà il capitano e terzino destro James Tavernier, tutto corsa, inserimenti e tempismo sui calci piazzati. Ma il punto di forza sarà anche la difesa, con soli 13 gol subiti in 38 partite.
Così, i Rangers sono tornati a vincere la Scottish Premier League, stando davanti al Celtic – al termine dei playoff – di 25 punti. Il campionato è iniziato nei migliore dei modi anche in quest’annata. Fino alla 13a giornata, Gerrard è rimasto imbattuto. Poi è arrivata la chiamata dell’Aston Villa, a cui non è riuscito a resistere. Ma il club non si è fatto trovare impreparato, e Giovanni Van Bronckhorst ha raccolto il testimone della leggenda inglese, continuando in maniera egregia il suo lavoro. Purtroppo, in Premier il Celtic ha preso il largo vincendo gli ultimi due derby.
Ma in Europa League è iniziato un cammino stupendo nella fase ad eliminazione diretta. Agli azzurri si sono arresi Borussia Dortmund e Stella Rossa prima dei quarti di finale. Da lì, sono servite due rimonte contro Sporting Braga e Red Bull Lipsia. Risultati arrivati grazie alla grandissima intensità a cui la rosa è abituata, anche nel pressing, altra impronta lasciata da Steven Gerrard. Stasera – per completare l’impresa – rimane da battere l’Eintracht Francoforte. I leader ci saranno tutti, compresi Tavernier, straordinario capocannoniere della competizione con sette gol, Morelos e Kemar Roofe, recuperato dall’infortunio. Sognare è lecito.