Serie A si allinea alle richieste di molti allenatori: il VAR nel calcio come nel tennis. Intanto Rocchi parla degli arbitri attuali.
Tante, forse anche troppe le polemiche nelle ultime settimane sull’utilizzo scorretto del VAR. Alla 36a giornata c’è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La Roma si è vista assegnare contro un rigore molto generoso, proprio grazie alla chiamata della sala VAR. Discorso simile per Venezia-Bologna, con Marinelli richiamato dal VAR per vedere il contatto Medel-Aramu all’on-field review, ma fermo sulla sua decisione.
Situazioni simili, con valutazioni diverse che hanno portato ad accendere gli animi, creando così delle tensioni tra i vari club. Dal 2017-18 il VAR viene utilizzato regolarmente in Italia dagli arbitri. Eppure, con il passare delle stagioni, i vertici dell’AIA hanno provato a cambiare regolamenti per rendere più fluido l’utilizzo delle immagini in campo. Prossimamente, però, la Serie A potrebbe cambiare strategia: il presidente di Lega apre al cambiamento con l’utilizzo di challenge a disposizione delle squadre.
Serie A, Rocchi spiega: “Gli arbitri non…”
A prescindere da tutte le polemiche di quest’ultimo periodo, si continua a valutare l’importanza del VAR in Serie A. Su tale discorso, il designatore degli arbitri di A e B Gianluca Rocchi, a margine della presentazione del libro su Concetto Lo Bello a Coverciano, ha detto: “Il VAR è una delle migliori introduzioni del calcio moderno e sta portando tanta giustizia in più, nonostante qualche errore ancora rimanga”.
Ciò che però ha destato perplessità, come riportato da ‘Tuttomercatoweb’, sono le parole di Rocchi in merito alla generazione attuale di arbitri: “Concetto Lo Bello è stato l’arbitro con la A maiuscola e questo è quello che un po’ oggi manca. Tutti cerchiamo e vorremmo riavere arbitri con la A maiuscola, ma non è semplice. Siamo di fronte a un cambio generazionale molto importante. VAR o non VAR, un arbitro deve essere in grado di prendere una decisione”.