La Serie A si allinea alle richieste di molti allenatori: il VAR nel calcio come nel tennis, la rivoluzione sta arrivando.
Tante, troppe le polemiche nelle ultime settimane sull’utilizzo scorretto del VAR. Alla 36a giornata si è raggiunto il culmine. La Roma si è vista assegnare un rigore molto generoso, proprio grazie alla chiamata della sala VAR. Discorso simile per Venezia-Bologna, con Marinelli richiamato dal VAR per vedere il contatto Medel-Aramu all’on-field review, ma fermo sulla sua decisione.
Di svarioni simili se ne sono visti tanti in questa stagione. Dal 2017-18 il VAR viene utilizzato regolarmente in Italia dagli arbitri. Con il passare delle stagioni, i vertici dell’AIA hanno provato a cambiare regolamenti per rendere più fluido l’utilizzo delle immagini in campo. Sono stati ridotti certamente i margini di errore su tanti fronti. Eppure, anche quando la decisione dev’essere oggettiva, in sala VAR commettono errore grossolani, come in occasione del gol di Acerbi in Spezia-Lazio.
Prossimamente, però, la Serie A potrebbe cambiare strategia: il presidente di Lega apre al cambiamento con l’utilizzo di challenge a disposizione delle squadre.
VAR in Serie A, l’apertura al challenge
“Dare la possibilità alle squadre di rivedere, anche solo una volta o due, una determinata azione penso sarebbe un segnale di apertura“, ha dichiarato il presidente della Lega Serie A al Gr Parlamento.
Così, nel futuro, le partecipanti del campionato italiano potrebbero valutare questa incredibile novità che potrebbe permettere agli allenatori sul campo di verificare la decisione dell’arbitro, senza che vi sia un protocollo rigido e farraginoso ad impedire il direttore di gara di rivedere le immagini e tornare dietro sui suoi passi.
Chiaramente, con l’introduzione del challenge in Serie A, anche le regole attuali del VAR dovranno cambiare. Inoltre, le società dovranno ingaggiare alcuni esperti che aiutino l’allenatore a chiamare il challenge. Insomma, il calcio prova a fare l’occhiolino al futuro e alla tecnologia. Finora, i risultati sono stati deludenti.
Il challenge fuori dal calcio
In altri sport, la moviola richiesta dai calciatori o dalle squadre viene utilizzata regolarmente da anni. Basti pensare alla pallavolo, dove un coach può chiamare un massimo di due challenge per set. Invece, nel tennis sono tre ad ogni set.
La rilettura di un’azione o un fallo da qualche anno viene utilizzata anche in NBA. Il challenge è sbarcato anche in Eurolega lo scorso anno, ma gli allenatori nel possono chiedere solo uno a partita.
Il Var challenge si utilizza anche nel football, con i coach che hanno a disposizione due chiamate a match, nel hockey e nel baseball: l’America si è fatta pioniera della moviola in campo. E ancora, il karate, la scherma o anche il cricket. Insomma, la Serie A e in generale il calcio sarà uno degli ultimi ad aprirsi al challenge.