Zambo Anguissa è forse la più grande sorpresa dell’anno, un centrocampista di grande forza fisica con un impensabile “segreto” d’infanzia.
Il camerunense, acquistato dal Napoli in estate, ha rappresentato una svolta per il centrocampo. È stato decisivo nel dare equilibrio alla squadra di Spalletti, che da lì è partito nella rincora alla Champions League. Anzi, nella prima di stagione sembrava proprio Anguissa a fare la differenza tra il Napoli e tutte le altre squadre di vertice. Perché in Serie A, a livello fisico, è rarissimo trovare giocatori di questo tipo.
È arrivato in Italia senza che i suoi tifosi sapessero chi fosse, ed ora è ritenuto imprescindibile da tutti. Per Anguissa, la più grande fonte di ispirazione è Yaya Touré, africano come lui. Uno di quei giocatori in grado di migliorarsi col passare degli anni, tanto da trasformarsi un vero e proprio trequartista.
Il curioso soprannome di Anguissa da piccolo
Come l’ivoriano, l’ex Swansea cura moltissimo il proprio aspetto. E non solo a livello di abbigliamento, essendo appassionato di moda, ma soprattutto dal punto di vista atletico. Per farlo, si sa, ha un ruolo cruciale l’alimentazione, ed infatti Anguissa ha nel suo piatto preferito un prezioso alleato. È una portata a base spinaci, zucchero e olio di palma, chiamata “okok”.
In Europa hanno cominciato a chiamarlo, proprio per la sua corporatura, “Leone di Yaoundé”, anche in onore della città che gli ha dato i natali. Ma questo non è l’unico soprannome che è stato affibbiato al giocatore del Napoli. Da ragazzo, i suoi amici lo chiamavano “Zaf” da Zambo Anguissa-Frank. All’occorrenza, però, aveva anche altri nomi: curiosamente, infatti, indossava sempre la maglia numero 10 quando giocava, e proprio per questo veniva chiamato Ronaldinho o Robinho.