Intervistato in Spagna, l’arbitro ha ammesso di essersi pentito delle proprie decisioni in una partita che avrebbe cambiato la storia.
Quello dell’arbitro, nel calcio, è un mestiere molto più duro di quel che si possa pensare. Il direttore di gara è forse l’unica persona su un campo da calcio che non può mai perdere lucidità, o più semplicemente non può, mai affidarsi all’istinto, che ai calciatori regala spesso – invece – delle vere e proprie perle.
Allo stesso tempo, l’arbitro non ha una squadra e non può essere sostituito quando si intravedono dei momenti confusione che non dipendano dalla salute psicofisica. Subire l’influenza dell’ambiente è forse per un arbitro ancor più facile che per un calciatore. Proprio oggi, nell’anniversario di una data celebre nel calcio europeo del terzo millennio, un ex arbitro ha infatti ammesso un errore pesantissimo, senza il quale la storia sarebbe cambiata.
L’errore ammesso dall’arbitro: “Avrei dovuto fischiare un rigore”
Il 6 maggio del 2009, a Stamford Bridge, si giocava infatti il match di ritorno della semifinale di Champions League tra Chelsea e Barcellona. Una partita passata alla storia per l’1-1 finale, che ha mandato in finale i blaugrana del giovanissimo Guardiola, ma ricordata soprattutto per la direzione di gara di Tom Henning Ovrebo. Il Chelsea reclama infatti su almeno tre episodi nell’area degli spagnoli in seguito al quale l’arbitro avrebbe potuto (se non dovuto) fischiare calcio di rigore per gli inglesi.
Nel tredicesimo anniversario della vicenda, Ovrebo, ormai in pensione, è stato intervistato dal quotidiano As. Gli sono state rivolte domande quasi tutte riferite a quella sfida, e le risposte del norvegese faranno senz’altro discutere. Da subito ha confessato: “Sarebbe stato più facile per noi se il Barcellona non avesse segnato”, in fondo il Chelsea di Guus Hiddink era in vantaggio 1-0. Invece, nei minuti finali, Andres Iniesta ha battuto Petr Cech con un bellissimo esterno destro, dando una gioia enorme ai catalani.
Per i blues, però, la ferita è ancora aperta, e le parole di Ovrebo sanno di beffa. “Credo che tutto il mondo conosca le regole del gioco e sappia che avrei dovuto concedere un rigore al Chelsea”, ha chiarito, aggiungendo di non sapere bene quale degli episodi dubbi fosse da sanzionare. “Non ho una risposta concreta da dare, ma ho la sensazione che avrei dovuto fischiare”. All’epoca il VAR non c’era, quindi serate del genere erano più frequenti: “A volte ti perdevi un rigore, altre un cartellino rosso. A volte ci si preoccupa di non farsi influenzare da una squadra, questo ha inciso negativamente sulle mie percezioni”, ha concluso.