Napoli o Bari? Quali delle due società deve mantenere De Laurentiis? Intanto arriva un nuovo e poderoso attacco alla Federcalcio.
Sono momenti d’oro, dal punto di vista imprenditoriale, per la famiglia De Laurentiis. Il Napoli è terzo in classifica e si è qualificato per la prossima edizione di Champions League. Il Bari, invece, ha riconquistato la Serie B. Il club pugliese è fallito nel 2018 ed è ripartito dalla Serie D. A quel punto, il patron del club azzurro ha pensato di intraprendere questa nuova avventura.
Infatti, nel 2018 la Filmauro già proprietaria del Napoli, ha prelevato anche il Bari, affidando la presidenza a Luigi De Laurentiis, figlio di Aurelio. Al primo anno, la squadra pugliese ha ottenuto immediatamente la promozione in Serie C. I due anni successivi sono stati più complessi. Il Bari ha sempre centrato i playoff, senza ottenere il salto di categoria.
Dopo tanta sofferenza, i biancorossi hanno conquistato matematicamente la promozione per la Serie B vincendo il girone C della Serie C, con un po’ d’anticipo rispetto al termine della stagione. Il Bari ritorna nel campionato cadetto, ma ora sorge un grande problema per Luigi e Aurelio De Laurentiis: come faranno con il Napoli?
Napoli o Bari, l’attacco di Grassani
Tra i due club, in effetti, sembrerebbe più il caso di cedere quello campano per svariati motivi. In primo luogo, perché per vendere il Napoli ci vuole un’offerta di almeno 500 milioni di euro. Una somma che nessuno rifiuterebbe mai, soprattutto in un periodo dove è difficile poter fare calcio.
In secondo luogo, per quanto la storia del Bari sia gloriosa e meriti lo stesso rispetto del Napoli, almeno per il prossimi 5 o 6 anni, non si potrà mai pretendere lo scudetto come sta accadendo all’ombra del Vesuvio.
Al di là delle valutazioni da fare da parte della Filmauro, c’è da capire il perché la FIGC ha deciso di effettuare dei ripensamenti sulle questioni multiproprietà. Ad attaccare la Federcalcio è l’avvocato Mattia Grassani che cura gli interessi della famiglia De Laurentiis che, a Tuttobari.com’, ha detto: “I motivi vertono su generali principi di diritto, italiano e comunitario, nonché sulla incoerenza del comportamento della FIGC che dapprima ha autorizzato, mediante conferimento del titolo sportivo e ammissione a tre campionati di Serie C, una determinata iniziativa imprenditoriale e successivamente, senza che siano intervenuti fatti nuovi né norme imperative di rango superiore, dopo che Filmauro ha investito decine di milioni di euro nell’attività, finisce per vietarla, attivando tale preclusione anche per le situazioni in essere“.
Il nodo multiproprietà pesa moltissimo sull’andamento economico delle varie società e da parte di quegli azionisti che, costretti a vendere a stretto giro la società, rischiano più di svenderla che altro. Sulla questione multiproprietà, l’avvocato Grassani ha poi aggiunto: “Preclusione che interviene dopo che, il 7 maggio 2021, la stessa FIGC aveva ribadito, in sede di riforma dell’art. 16bis NOIF, che per le situazioni preesistenti avrebbe continuato ad applicarsi il precedente regime normativo. È ovviamente quello di tornare allo status quo ante, e dunque alla possibilità per il medesimo soggetto di controllare due società, purché non appartenenti alla medesima categoria, a tempo indeterminato“.