Angel Di Maria è stato contattato dalla Juventus. L’argentino ha vinto tutto, eppure ha rischiato di non diventare il calciatore che oggi conosciamo.
In vista della sessione estiva di mercato la Juventus sarebbe già attiva. E così, a caccia di uomini che possano far dimenticare l’assenza di Paulo Dybala, pare che la dirigenza si sia già mossa. Uno degli identikit corrisponderebbe infatti al nome di Angel Di Maria, giocatore attualmente in forza al Paris Saint-Germain.
Giocatore dal talento indiscutibile, ma dal fisico altrettanto delicato, sarebbe un innesto di esperienza internazionale per la Juventus di Massimiliano Allegri. Dagli esordi al Rosario Central, sono passati ormai tantissimi anni. A 19 anni lo ha comprato il Benfica, poi si è fermato a Madrid (sponda Real) vincendo la Decima Champions League e ha fatto tappa al Manchester United. Dal 2015 è in Francia, ma ora il contratto scade, e non sembrano esserci margini per il rinnovo.
In Italia sarebbe la prima avventura. Eppure le sue origini, da parte del padre, sono italiane. In attesa di sapere se lo vedremo o no in bianconero, però, vale la pena ripercorrere le tappe del ragazzino chiamato “El Fideo”, lo spaghetto, per via del suo fisico longilineo.
Il legame con la sua terra è fortissimo. D’altronde è nato a Rosario, come il compagno (di club e di nazionale) Messi. E a Rosario si respira calcio, tra il Rosario Central e il Newell’s Old Boys. In effetti, il futbol sembra essere l’unica passione di Angel Di Maria, che era “un pessimo studente”. Esordì nel 2005, dopo che il Rosario lo comprò al curioso prezzo di ventisei palloni dall’El Torito. Due anni dopo era già in Europa, acquistato per 6 milioni dal Benfica, pronto a spaccare il mondo.
Eppure, Di Maria ha rischiato di non diventare un professionista. E non solo perché, all’età di un anno, la madre lo salvò dopo essere caduto in un pozzo. Infatti, Di Maria, da piccolo, aiutava il padre a lavoro. Agli allenamenti lo accompagnava la madre con la bici, ma spesso vi arrivava tardi e con le mani sporche. Il padre, minatore, gli chiedeva di aiutarlo con legna e carbone. E se non avesse fatto il calciatore, per la sua scarsa predisposizione allo studio, El Fideo ha detto spesso che avrebbe lavorato in miniera.
Nella sua testa e nei suoi piedi, però, c’era troppo calcio. Così tanto che, a 34 anni appena compiuti, Di Maria si ritrova una bacheca con 27 trofei vinti con squadre di club e due allori pesantissimi con la sua Argentina: l’Olimpiade del 2008 e la Copa America del 2021, avendo segnato anche il gol decisivo nella finale contro il Brasile, allo Stadio Maracanà, un evento che vuole ricordare per sempre. Nel suo futuro, però, potrebbe esserci la Juventus.
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