In occasione dell’uscita di ‘Una vita rovesciata’, biografia scritta insieme a Matteo Politanò, Francesco Flachi è tornato a parlare della squalifica e del suo ritorno in campo con la maglia del Signa: formazione toscana che gioca in Eccellenza. Idolo dei tifosi di Fiorentina e Sampdoria, l’ex numero 10 blucerchiato ha inoltre commentato la corsa scudetto e lo stato attuale del calcio italiano a poche settimane dall’eliminazione mondiale.
Nel tuo libro racconti la lunga squalifica per doping. Come hai affrontato questo periodo difficile lontano dal calcio?
“Sono stati 12 anni pesanti a livello mentale. Non sono stati facili, poi dopo piano piano ho iniziato un po’ a rientrare. All’inizio cercavo anche di non guardarlo il calcio perché ci stavo male. Ero arrabbiato con me stesso per quello che avevo fatto. Squalifica pesante? Nella vita se uno sbaglia è giusto che paghi, ma non so se ho pagato troppo. So solo che ora è finita. La gente negli ultimi tempi, anche grazie alla mia presenza in tv e in radio, ha cominciato a conoscermi meglio e ad apprezzare la mia onestà e la mia correttezza. Oggi ci sono molti meno pregiudizi nei miei confronti”.
Come è nata l’idea di tornare a giocare?
“È successo tutto per caso la scorsa estate. Il presidente del Signa, mio grande amico, mi ha toccato le corde giuste prendendomi in giro e dicendo che non ero più capace di scendere in campo. Gli ho proposto di mettermi alla prova e così mi sono ritrovato nello spogliatoio. Da quel giorno mi è ripresa questa voglia pazzesca. È vero che gli scenari del campionato Eccellenza sono diversi, ma sono dell’idea che quando si apre un cancello e c’è un campo è tutto uguale“.
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Cosa rappresentano per te i tifosi di Fiorentina e Sampdoria?
“La Fiorentina è la moglie, la Sampdoria l’amante perfetta. Trovo che siano le definizioni più giuste. A Genova sono stati otto anni importanti. Calcisticamente nessuno mi ha dato quello che mi ha dato il tifoso della Sampdoria. Nel momento del bisogno loro io c’ero, nel momento mio loro ci sono stati. Penso che ci sia quella riconoscenza che nel calcio spesso manca. Devo però ringraziare anche il fiorentino. Come si dice a Firenze, il fiorentino non ti abbandona mai e a me non mi ha mai abbandonato“.
Come vedi la lotta scudetto?
“Spero che non vinca l’Inter, giusto per cambiare un po’ (ride, ndr). Stanno tutte e tre facendo un grande campionato e fino ad ora gli è mancato lo spunto per prendere questo scudetto. Fino alla fine sarà così, ed è anche più bello“.
Oggi per quale squadra pagheresti il biglietto?
“In queste ultime partite mi sono appassionato nuovamente al Real Madrid. All’assist di Modric contro il Chelsea mi sono alzato dal letto e ho applaudito. Ha una classe incredibile e non ha mai dato l’aria di essere un montato. E da lui dovrebbero prendere esempio i giocatori di oggi, perché ce ne sono molti un po’ troppo presuntuosi“.
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