La storia di Amato Ciciretti, fantasista romano del Como in serie B, ha un retroscena sbalorditivo
Sabato scorso ha realizzato uno dei gol più belli dell’intera giornata di serie B, anche se il suo Como ha perso in casa 3-1 con il Cittadella. Parliamo di Amato Ciciretti, fantasista mancino classe 1993, romano di nascita e girovago d’Italia con esperienze a Benevento e Napoli in serie A, oltre che in svariate città italiane fra nord e sud, fra serie B e C.
La scorsa estate il Napoli lo ha ceduto a titolo definitivo al Pordenone, ma le cose in Friuli non sono andate per il verso giusto e Ciciretti a gennaio ha salutato i neroverdi per accasarsi in prestito al Como dove ha trovato più spazio e la fiducia del tecnico lariano Giacomo Gattuso. Di lui si ricordano il corpo pieno di tatuaggi, la perenne abbronzatura e il gol siglato allo Juventus Stadium e che portò in vantaggio il Benevento in casa dei campioni d’Italia nel 2017.
Ma la storia di Amato Ciciretti parte da lontano, da una Roma periferica e da quel quartiere della Magliana conosciuto negli anni per fatti non certo attinenti al calcio. Non è certo criminale, ma è pur sempre un romanzo quello di Ciciretti, nato la notte di San Silvestro del 1993 e cresciuto col mito della Roma e di Francesco Totti in una famiglia che aveva un papà disinteressato al calcio ed uno zio romanista sfegatato che portava il nipote alle partite dei giallorossi.
Quando la famiglia voltò le spalle a Ciciretti
E infatti il papà lo vuole operaio nella sua ditta edile e lo zio calciatore. Ciciretti non ha dubbi e vuole giocare a pallone, anche a fronte di una tendenza a mettere peso che non perderà mai. Lo zio tifoso lo accompagna a tutte le partite, poi arriva per lui la beffa più grande: a notare il ragazzino è la Lazio e lui accetta l’occasione della vita. Uno smacco troppo grande per suo zio e il suo cuore giallorosso trafitto da quella freccia biancoceleste.
Tre anni di passione, passati senza andare a vedere il nipote giocare neanche una volta. Poi di Ciciretti si accorge anche la Roma ed il ragazzo si sposta da Formello a Trigoria dove è apprezzatissimo dal tecnico Andrea Stramaccioni. Parte così la sua ascesa che lo porterà fino alla serie A e a quel gol a Torino con la maglia del Benevento che, ironia della sorte, era giallorossa come quella della Roma.