Vlahovic non segna più: perché il serbo soffre l’impatto alla Juventus

La vena realizzativa di Dusan Vlahovic sembra essersi rallentata di colpo dopo un buon inizio. Colpa del serbo o della Juventus?

Partiamo da una doverosa premessa: Dusan Vlahovic è un fuoriclasse, uno di quei centravanti che quando non c’è si sente più di quanto è in campo, uno di quelli che ha il gol nel sangue, l’istinto del bomber, la cattiveria del campione. Eppure, nell’ultimo mese, i numeri dell’attaccante serbo si sono notevolmente ridimensionati.

Dusan Vlahovic, centravanti della Juventus (ANSA)
Dusan Vlahovic, centravanti della Juventus (ANSA)

L’ex centravanti della Fiorentina, infatti, dopo la doppietta di Empoli del 26 febbraio, ha trovato la via del gol solamente contro la Salernitana il 20 marzo (fornendo anche un assist per Dybala) in 6 partite fra campionato, Champions League e Coppa Italia. Dati che fanno riflettere Massimiliano Allegri e l’intero ambiente juventino, non certo mettendo in dubbio un investimento comunque eccellente, quanto per capire cosa non vada nell’improvviso black-out della punta slava.

A preoccupare, non è soltanto l’esiguo numero di marcature messe a referto da Vlahovic (e che pure è un problema non da poco), quanto la quasi totale assenza di dialogo coi compagni, unita ad un evidente nervosismo per il gol che non arriva. L’attaccante si sbraccia, sbuffa, si esibisce in smorfie contrite che denotano una palese insoddisfazione per un ambientamento che probabilmente credeva più semplice, anche alla luce dell’esordio col botto allo Juventus Stadium contro il Verona e in Europa a Vila-real.

Juventus, le responsabilità del digiuno di Vlahovic

Dusan Vlahovic, 21 reti in campionato (ANSA)
Dusan Vlahovic, 21 reti in campionato (ANSA)

Ma da cosa dipende il rendimento del serbo, così calato rispetto al devastante impatto con il mondo Juve? Una parte delle “colpe” ricadono certamente sulla squadra: la Juventus attuale produce poco e in maniera confusa, pensando che basti sparacchiare palloni dentro l’area che poi Vlahovic trasformerà in oro. Ma il centravanti non è il genio della lampada e il più delle volte le azioni lo sfiorano appena, lasciandolo con un palmo di naso a bofonchiare come descritto sopra.

Anche il calciatore, però, ha le sue responsabilità: Vlahovic soffre ancora troppo i difensori che buttano la contesa sul piano fisico, come ad esempio Bremer che lo ha annullato sia in Torino-Fiorentina che nel derby della Mole.

Anche Skriniar domenica scorsa ha fatto valere muscoli e prestanza per abbassare il centravanti juventino di una decina di centimetri su ogni cross o lancio.

Infine, le grandi partite: Vlahovic è ancora acerbo negli appuntamenti di cartello, non ha segnato all’Inter, non ha segnato nel derby, non ha segnato a Bergamo in quello che era, a conti fatti, uno spareggio per il quarto posto.

L’età (il serbo è un classe 2000) e il talento sono dalla sua parte, la Juventus è una società che fa crescere in fretta, perché là conta solo vincere e anche arrivare secondi è sinonimo di fallimento, motivi che inducono all’ottimismo in casa bianconera. A patto, però, che tutti si diano una svegliata.

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