Guerra in Ucraina, tifosi contro il conflitto: in Polonia durante la gara Lech Poznan-Legia Varsavia è apparso uno striscione contro Putin.
Guerra in Ucraina, la vita in gioco. Il conflitto fra russi e ucraini sta occupando la cronaca, la politica e il costume internazionale. Gli assalti di Kyiv e Bucha hanno fatto capire che non si scherza: il sentore c’è da ormai un mese, ma da poche settimane si ha anche l’amara certezza che a farne le spese sono persino i civili.
Un conflitto senza quartiere e apparenti regole: funziona (quasi) sempre così, ma quando capita vicino casa nostra le cose cambiano. Tutto è amplificato e il dolore degli altri si disparge a macchia d’olio. Le macchie, sulla coscienza, secondo molti ucraini e non solo, dovrebbe averle Putin. L’oligarca russo, fautore e promotore del conflitto, non intende arrendersi e che non ci stanno lo fanno capire in molti.
Guerra in Ucraina, tifosi contro Putin: la coreografia è devastante
Persino allo stadio: in Polonia, nel corso della gara Lech Poznan-Lega Varsavia, match finito 1-1, i tifosi si ribellano. In curva appare uno striscione contro Putin, ma non è uno stendardo qualsiasi: c’è proprio la faccia del magnate con il cappio al collo. L’opera, se così può essere definita, è degli Ultras del Legia Varsavia.
Legia Varsavia-Lech Poznan, campionato polacco: i tifosi del Legia mostrano da che parte stanno. Lo striscione non lascia dubbi: c’è Putin con un cappio al collo e una maglia dello Spartak Mosca, legata al Lech #GuerraUcraina https://t.co/GzznW41KGl
— CalcioToday.it (@calciotoday_it) April 9, 2022
Uno dei gruppi più duri e viscerali d’Europa: non è la prima volta, infatti, che fanno coreografie irriverenti e anche di una certa forza. Celebre anche quella con Wagner Moura, l’attore che interpreta Pablo Escobar nella fortunata serie Netflix “Narcos”. La scritta “Pelota o plomo” troneggiava sotto l’immagine. Un modo come un altro per spingere la propria tifoseria. Stavolta l’estro, la durezza e in parte il cinismo sono stati adoperati per una causa comune: dire basta alla guerra anche attraverso un disegno duro, importante e terribilmente ruvido.