L’ascesa di Pedri, gioiello del Barcellona, è sotto gli occhi di tutti e l’impressione è che il campioncino possa ancora migliorare
Messi chi? Forse suona come battuta, eppure in tanti a Barcellona hanno ormai chiuso (anche mentalmente) la splendida era del fuoriclasse argentino, ormai da quasi un anno in forza al Paris Saint Germain. Merito del nuovo Barça di Xavi, ma anche di quel talentino di nome Pedri che non sarà ancora ai livelli di Messi, ma fa già sognare il popolo blaugrana.
Nell’ultimo anno, il Barcellona ha vissuto quasi sempre sulle montagne russe: il traumatico addio di Lionel Messi, il ridimensionamento tecnico-economico, il fallimento di Ronald Koeman e l’avvento di Xavi che sembra aver riportato aria nuova e un rinnovato ottimismo nell’ambiente.
I meriti del nuovo allenatore ed ex icona del centrocampo di quella squadra che ha fatto incetta di scudetti e coppe sono innumerevoli, a partire dalla sensibilità di aver capito il momento di un ambiente traumatizzato dalla paura di esser passato dall’amore per una delle compagini più forti del mondo a quello per una nettamente depotenziata.
Xavi ha saputo usare carattere, anima, comprensione ed armi tattiche, dimostrandosi già un ottimo allenatore. Suoi anche molti meriti per l’esplosione del già citato Pedri, un talento fulgido, cristallino, dotato di una tecnica spaventosa e di una visione di gioco che già a molti (Xavi compreso) ricorda un certo Andres Iniesta, uno che Xavi conosce abbastanza bene.
La bravura di Pedri non è passata inosservata e già diversi club europei si erano affacciati ai cancelli del Camp Nou, tanto che il Barcellona stesso, onde evitare rischi, gli ha allungato in autunno il contratto fino al 2026 con clausola rescissoria di “appena” 1 miliardo di euro.
Pedri, il nuovo simbolo del Camp Nou
Ma cos’ha il giovanotto di così tanto speciale? Si diceva della visione di gioco: Pedri illumina, un tocco alla palla ed arriva il passaggio giusto per il compagno, visto con chissà quale occhio, probabilmente quello che hanno solo i fuoriclasse.
Certo, qualcosa da migliorare c’è ancora, del resto il gioiello spagnolo compirà 20 anni a novembre ed ha tutto il tempo per limare i dettagli, come ad esempio la gestione fisica (le troppe partite ravvicinate spesso lo costringono a qualche stop forzato causa affaticamenti muscolari) o una maggior incidenza sotto porta, perché quando ci si mette, il ragazzino sa essere decisivo come capitato nell’ultimo turno della Liga contro il Siviglia.
Xavi lo ha investito di una responsabilità non da poco, quella già citata di nuovo Iniesta e le caratteristiche del giovane regista sembrano sposarsi alla perfezione col gioco storico del Barcellona: passaggi stretti, possesso palla, qualità tecniche portate alla ribalta anche sacrificando qualcosa a livello fisico, provando a far correre gli avversari dietro al pallone anziché lottare corpo a corpo. L’impressione, dunque, è che il piccolo Pedri sia nato per giocare a Barcellona. Lì e solamente lì.