In una situazione ben lontana dalla normalità, nel tentativo di rappresentare un paese dove si continua a morire, lo Shakhtar Donetsk torna in attività
Sono passate poche settimane da quando lo Shakthar Donetsk è riuscito a scappare dall’Ucraina in modo rocambolesco, dopo giorni di paura in un albergo nel centro di Kiev.
Una squadra che ormai è stata privata di tutto. Il suo stadio, uno dei più belli d’Europa, è diventato un ammasso di macerie. I suoi gioielli stranieri, a poco a poco, sono stati costretti a trovare altri contratti in zone più sicure.
Ma, in tutto questo, lo Shakhtar, allenato da De Zerbi, rappresenta qualcosa di estremamente importante per l’Ucraina e per la sua regione, il Donbass. Dove non può più giocare da ormai quasi sette anni a causa delle prime tensioni che sono diventate poi un’autentica guerra. Il campionato ucraino è sospeso da tempo. Quasi certamente non riprenderà più.
Con ogni probabilità sarà proprio lo Shakhtar a vincere un titolo che, per la verità, non vuole nessuno. Perché non rappresenta nulla. Ma anche in un paese in guerra le regole sono regole. E secondo le norme internazionali lo Shakhtar, che ha completato più del 50% delle partite e risulta al comando della classifica, ha tutto il diritto di fregiarsi del titolo di campione.
In compenso lo Shakhtar non ha più una squadra. Il presidente del club e il direttore generale Dario Srna, tuttavia, attraverso una serie di canali internazionali e l’interessamento della UEFA, che ha assegnato ai giocatori della squadra uno status beneficiario per motivi umanitari, sta cercando di far ripartire il club. Inizialmente si parla soltanto di allenamenti, magari di qualche amichevole. Che, per la verità, propone una lista estremamente interessante di club che si sono offerti per scendere in campo con la squadra in esilio.
Lo Shakhtar Donetsk, dopo aver lasciato il Donbass, adesso ha lasciato definitivamente l’Ucraina. Il club si è trasferito in Turchia, nell’impianto del Basaksehir dove potrà continuare ad allenarsi e a prepararsi in attesa – chissà quando – che la situazione si normalizzi.
La squadra che De Zerbi avrà a disposizione è composta da giovanissimi, quasi tutti ragazzi ucraini del settore giovanile o rientrati dai prestiti. Ma l’importante, forse la cosa più importante in assoluto, era comunque dare un segnale, ripartire. E la squadra cerca di farlo nel modo più dignitoso possibile.
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