Serie A, si ferma ogni cosa: la guerra in Ucraina sta cambiando assetto e priorità. Nuove regole anche nel calcio.
Serie A, la guerra in Ucraina cambia scenari, prospettive e possibilità. Il conflitto ha segnato profondamente il mondo del calcio anche in Italia. Diversi i giocatori coinvolti in questa situazione paradossale che parte dall’Ucraina e tocca – anche – tutta l’Europa e lo Stivale. Malinovskyi e Miranchuck, due facce della stessa medaglia che in questo momento è sempre più opaca e lascia l’amaro in bocca.
Mancanze simili che si avvicendano in una continua rincorsa verso la pace costellata di privazioni, violenza e meschinità che risparmia l’Italia solo per una questione geografica, ma nessuno si crede – né tantomeno vuole definirsi – indifferente a questa tragedia.
Serie A, la guerra modifica i programmi: cambiano le regole della diretta
Se in Italia facciamo i conti con i rimorsi, in Russia preferiscono mettere la testa sotto la sabbia: oscurano tutto, anche quello che sembra (ancora per poco) normale. Tolta la diretta della partita Milan-Bologna a causa di alcuni messaggi di pace che i tifosi stavano diffondendo. Stesso iter con Imagine di John Lennon cantata per rasserenare il clima e consegnare un messaggio di pace prima di Juve-Inter. Nessuno ha visto niente in Russia, clima di omertà che viene alimentato anche con la Bundesliga.
Tutto fermo, almeno apparentemente perchè le anime sono inferendo. Così come i cuori dei tifosi che, in Russia come altrove, anche se vedono poco ipotizzano ed è forse peggio perchè convivere con l’incertezza resta la maggior condanna. In quanto alimenta una cosa peggiore dei proiettili, in guerra, la speranza: l’auspicio che non sia successo niente e che tutto possa risolversi. In molti, nello Stivale e non solo, confidano che sia davvero così.