Quella che stiamo vivendo è una delle sfide scudetto più rocambolesche degli ultimi 20 anni, proviamo a pronosticare l’impronosticabile.
E’ da tanto che un campionato di Serie A non era così aperto fino alla fine. La possibilità che si arrivi all’ultima giornata con tre squadre a contendersi lo scudetto è sempre più concreta. Dobbiamo andare molto indietro con la memoria per ricordare uno scenario simile. La data in questione non è una qualunque. Anzi, è rimasta scolpita nella storia e rievoca ricordi terribili ai tifosi nerazzurri e di… Napoleone!
L’esito di questo campionato non vuole proprio saperne di essere pronosticato. Se l’assegnazione di questo scudetto fosse un film il regista potrebbe essere David Lynch, sia perché Alfred Hitchcock purtroppo ci ha lasciato, sia perché oltre alla tensione stiamo assistendo a svolte e colpi di scena davvero surreali. Dall’Inter praticamente in fuga, il ritorno inatteso del Milan, con il Napoli che sembra tramontare e invece ora è a -1. Tra turni a favore gettati al vento ed immancabili polemiche arbitrali.
D’ora in poi vale tutto e conterà tutto, soprattutto la fortuna, perché le squadre danno l’idea che tra tensione e stanchezza accumulate i pronostici sulla carta possano contare fino ad un certo punto. Perché l’Inter che perde col Sassuolo poi vince allo Stadium, il Milan che vince al Maradona e nel derby, pareggia in casa col Bologna, mentre il Napoli semplicemente muore e risorge a domeniche alterne.
Mancano ancora 7 giornate, 8 per l’Inter che deve recuperare la gara esterna contro il Bologna. A mettere giusto un pizzico di pepe in più ci sarà anche il derby di semifinale in Coppa Italia tra Inter e Milan, con conseguente finale per una delle due, probabilmente contro la Juventus. Analizzando i calendari, ma anche considerando quanto fatto finora, è davvero difficile fare pronostici perché di partite dall’esito scontato ormai non ce ne sono più.
Tra pericolanti a ridosso della zona retrocessione e squadre in lotta per l’Europa, il cammino che attende il trio di testa è a dir poco impervio. Il Milan ad esempio a parte il Torino che è agiatamente a metà classifica, si scontrerà contro un Genoa con l’acqua alla gola e poi solo con pretendenti ad un posto in Europa League o Conference League, eccezion fatta per il Sassuolo (già letale a San Siro) in trasferta all’ultima di campionato. Anche le altre due però hanno ben poco di cui rasserenarsi.
Il Napoli è in una situazione pressoché speculare a quella del Milan, con la differenza che il dato emerso quest’anno è sicuramente la paradossale difficoltà nel trarre vantaggio dalle sfide casalinghe. I partenopei hanno espugnato Bergamo senza Osimhen, ma riceveranno al Maradona clienti scomodissimi come Fiorentina, Roma e Sassuolo. Senza contare che poi l’ultima sarà a La Spezia, coi padroni di casa probabilmente ancora in lotta per restare in A.
L’Inter invece ha contro il fatto di giocarne più di tutti, perché dovrà recuperare la sfida col Bologna, che ieri a Milano ha dimostrato di poter dare filo da torcere nonostante l’assenza di Mihajlovic. Tuttavia sul cammino dei nerazzurri ci saranno meno pretendenti all’Europa (solo Hellas Verona e Roma), ma più pericolanti che potrebbero ritrovarsi a dover fare la partita della vita per restare nella massima serie. A meno che nel frattempo Cagliari e Sampdoria si siano già messe al sicuro prima delle ultime due.
Sulla carta quindi il calendario più facile ce l’avrebbe Simone Inzaghi, ma a spaventare i nerazzurri ci sono soprattutto i ricorsi storici: storie di beffe incrociate che coinvolgono proprio il tecnico e la sua nuova squadra, ma non solo. Dallo “spareggio” Champions del 2018 all’ultima giornata, in cui l’Inter (all’epoca di Spalletti) beffò la Lazio di Inzaghi. Lo stesso Inzaghi che segnò il gol del 4-2, sempre all’ultima giornata contro l’Inter in un altro famoso Lazio-Inter, ma del 2002. Quella fu anche l’ultima volta che arrivarono 3 squadre a giocarsi il titolo al fotofinish, era il 5 maggio. Proprio quel famoso 5 maggio che la tifoseria nerazzurra non dimenticherà mai.
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