Lo Shakhtar Donetsk è ancora una volta colpito dalle conseguenze della guerra in Ucraina, che vive le tensioni maggiori nel Donbass
La guerra in Ucraina, che va avanti ormai da oltre un mese, coinvolge in maniera sempre più diretta lo sport e il calcio. La nazionale ha dovuto rimandare i playoff di qualificazione ai Mondiali e da più parti si è addirittura arrivati a chiedere per l’Ucraina una wild card per farla rientrare direttamente nella fase a gironi.
Il conflitto ha colpito anche lo Shakhtar Donetsk, la squadra allenata da Roberto De Zerbi, già esiliata e costretta a giocare le partite casalinghe a Kiev. La sede del club, infatti, è nel cuore della provincia del Donbass, la regione dell’Ucraina orientale in cui si combatte ormai dal 2014. In quest’area si trovano le due autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk, territori gestiti ora da separatisti appoggiati dalla Russia.
Il direttore sportivo Darijo Srna, centrocampista croato e bandiera del club ucraino, ha coordinato l’evacuazione verso la Croazia di un centinaio di ragazzi dell’accademia dello Shakhtar durante il conflitto.
“Ho visto per le strade scene che mi hanno riportato al 1990 in Croazia, a casa – ha detto al Guardian qualche settimana fa -. Bambini che lasciano le loro case, persone con le loro cose nelle valigie. Momenti difficili. Ma dobbiamo credere che andrà tutto bene, non c’è un’altra soluzione”.
Guerra in Ucraina, colpito il centro dello Shakhtar
Quello che sta succedendo in Ucraina è ormai sotto gli occhi del mondo. L’assedio che dura ormai da 40 giorni ha toccato un punto particolarmente drammatico dopo che le immagini del massacro di Bucha hanno fatto il giro del mondo. Le decine di cadaveri di civili abbandonati in strada hanno colpito l’attenzione del mondo. Il presidente statunitense Joe Biden ha chiesto un processo per crimini di guerra contro Vladimir Putin.
Gli attacchi non risparmiano niente e nessuno, nemmeno gli impianti sportivi. “FC Shakhtar English“, una pagina Twitter in lingua inglese dedicata allo Shakhtar, ha pubblicato le foto del centro di allenamento della squadra, appena fuori Kiev. Immagini che non lasciano molto spazio all’immaginazione. Anzi fanno da monito di cosa voglia dire provare a fare attività agonistica in uno scenario di guerra.
