Due gol con la Nazionale non sono bastati a definire la straordinaria seconda vita di Christian Eriksen dopo il drammatico malore di nove mesi fa
Un ritorno in campo festeggiatissimo. Ma cauto. Poi il rientro anche in Nazionale, bagnato subito da un gol. Poi un secondo match a tempo praticamente pieno. E un altro gol.
Ma il suo capolavoro Christian Eriksen lo ha realizzato ieri contro il Chelsea al termine di una partita a dir poco straordinaria, di quelle che non si dimenticano.
Sicuramente non la dimenticheranno i tifosi del Chelsea, alle prese con una stagione da incubo e una squadra che nelle ultime settimane è stata quasi impresentabile. Ieri il tracollo, un 1-4 in casa contro il modesto Brentford preso per mano da Eriksen, capace di giocare un calcio piacevole, essenziale e letale in contropiede. E così, mentre fuori da Stamford Bridge infuriava la contestazione nei confronti di Thomas Ricketts, il miliardario americano proprietario dei Chicago Cubs che avrebbe offerto 3.2 miliardi di euro per il club, dentro lo stadio dei Blues sono risuonati gli applausi per Eriksen. Che a fine gara, quasi commosso, si è inchinato e ha ringraziato.
Probabilmente è stato anche per quell’inchino che la BBC ha annoverato tra i suoi titoli della sera quell’appellativo italiano, “Maestro”, che in passato è stato scomodato solo per pochi e raffinatissimi interpreti. Zola, tanto per cominciare. La partita di Eriksen è stata semplicemente impressionante.
Il danese, che da alcuni mesi vive con un defibrillatore sottocutaneo, è rimasto in campo tutta la partita. Anche dopo il quarto gol del Brentford segnato da Wissa a tre minuti dal termine, quando lo stadio stava svuotandosi mugugnando.
Il resto è affidato ai suoi numeri: che sono impressionanti. Dai 58 palloni toccati, tre soli errori, ai 15 passaggi filtranti nella tre quarti, ai tre assist per i tiri di un compagno, ai due tiri in porta oltre al gol del vantaggio. Quello del 2-1, segnato dopo una gran corsa a raccogliere l’assist di Mbeumo scaraventandolo sotto la traversa.
Numeri che sarebbero straordinari per chiunque, per un giocatore in piena condizione e in forma smagliante. E che diventano sconcertanti se si pensa che a novembre Eriksen era dato per spacciato, destinato a non giocare mai più a pallone. Il Brentford, praticamente già salvo, tre vittorie nelle ultime quattro partite con Eriksen in campo, non batteva il Chelsea dal 1939: ed Eriksen non segnava in Premier League dal 28 dicembre 2019.
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