L’idea di un possibile ripescaggio dell’Italia ai Mondiali sulla base di concetti di merito o di ranking è una forzatura, questi i motivi che la rendono un’ipotesi irrealizzabile
La sconfitta dell’Italia a Palermo, contro la Macedonia, è l’ultimo atto delle qualificazioni ai Mondiali 2022. E non ce ne saranno altri.
Impensabile, impossibile che l’Italia possa in qualche modo essere ripescata: anche se molti l’hanno ipotizzato, auspicato e addirittura profetizzato come una concreta possibilità.
L’ipotesi parte dal fatto che la FIFA nel corso delle ultime ore ha aperto due inchieste sull’ultima tornata di partite delle qualificazioni ai Mondiali 2022 in Qatar. Una riguarda la vittoria del Senegal sull’Egitto, inficiata da incidenti e gravi episodi di intolleranza nei confronti dei giocatori egiziani. Ci sono stati insulti, episodi di razzismo e il martellante uso dei laser che ha disturbato Salah, e non solo lui, nel momento decisivo dei rigori.
L’altra questione riguarda l’Iran, già richiamato dalla FIFA per il mancato rispetto delle regole che riguardano il rispetto di sesso, razza e religione. In Iran le donne, secondo le leggi coraniche, non possono entrare allo stadio. In occasione dell’ultimo match contro il Libano, la federazione iraniana prima ha garantito un limitato numero di accessi alle donne.
Poi ha chiesto scusa quando la polizia ha tenuto fuori dagli spalti le donne che avevano comprato il biglietto e volevano entrare. Ci sono stati incidenti, e la polizia avrebbe usato manganelli e spray al peperoncino. Ma l’ordine di tenere fuori le donne sarebbe arrivato da un ministro del governo iraniano, e la federazione ne era al corrente.
Cosa rischiano l’Iran e il Senegal per questi episodi? Una multa, forse una penalizzazione nei prossimi eventi ufficiali. Ma i due paesi saranno al Mondiale. Indipendentemente da questi episodi.
…e se anche l’Iran, il Senegal o entrambe venissero escluse dalla fase finale dei Mondiali, chi andrebbe al loro posto? Certo non l’Italia. La FIFA prevede tredici squadre europee qualificate dai gironi UEFA, e tredici saranno quando le ultime partite che coinvolgono Galles, Ucraina e Scozia si giocheranno. Non ce ne può essere nemmeno una in più. La domanda che le istituzioni FIFA dovrebbero farsi, in questo caso, è chi avrebbe diritto. Se il Senegal fosse escluso è chiaro che ad andare in Qatar sarebbe l’Egitto, sconfitto a Dakar ai rigori. E se a essere escluso fosse l’Iran andrebbe un’altra asiatica: l’Australia o gli Emirati Arabi Uniti a seconda di come andranno gli spareggi intercontinentali di giugno.
Il toto-spareggio è un po’ come il calciomercato, tutti ne parlano, molti ci sperano, il gioco è quello di chi la spara più grossa. Ma i precedenti parlano chiaro: passa la prima delle escluse, o la squadra che ha ricevuto danno in caso di episodi scorretti. E la prima delle escluse, in nessun caso può essere l’Italia.
Nemmeno se domani mattina, per fare un esempio stupido, il più lontano possibile dalla realtà, la Danimarca invadesse la Norvegia. Perché le prime squadre escluse in Europa sono comunque Macedonia, Svezia e chi uscirà sconfitto dal match di Cardiff tra Galles e la vincente tra Scozia e Ucraina.
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