Il commento evidenzia un dato che spiega l’evoluzione del calcio di Cristiano Ronaldo, miglior bomber di tutti i tempi, dal suo esordio ad oggi
Cristiano Ronaldo è l’uomo del giorno, in queste ore di vigilia degli spareggi per gli ultimi posti ai Mondiali in Qatar. Il Portogallo affronta in casa la Macedonia del Nord, che ha eliminato l’Italia, in una finale senza appello. La prospettiva di un Mondiale senza Cristiano Ronaldo, il bomber più prolifico di sempre secondo i dati della FIFA, con 807 reti all’attivo, non si può archiviare come un’improbabile curiosità statistica.
Certo, avere CR7 in squadra aumenta e non poco le chances dei portoghesi di non ripetere gli errori dell’Italia. Dal giorno delle sue prime reti, una doppietta a 17 anni contro la Moreirense quando giocava nello Sporting Lisbona, Cristiano Ronaldo ha segnato praticamente con ogni parte del corpo.
L’Equipe, autorevole quotidiano sportivo francese, ha messo in fila tutti i suoi gol. I numeri evidenziano come, nel corso degli anni, CR7 sia rimasto un solido, efficace e affidabile colpitore di testa. Così ha segnato almeno il 10% dei suoi gol in ciascuna stagione, ad eccezione dei primi due anni al Real Madrid. Nel 2014-15, di testa ha addirittura messo a segno più di un quarto delle reti in stagione, 18 su 66.
E’ questione di timing e di un fisico allenato allo stacco, come dimostra l’elevazione a 2,56 metri da terra in occasione di un fin troppo celebrato gesto atletico di tre anni fa contro la Sampdoria in Serie A.
CR7 si può considerare anche una macchina da calci di rigore. Ha segnato dagli undici metri quasi un gol ogni cinque, 143 in totale. E nell’ultimo periodo ha preso l’abitudine di calciarli centrali con maggiore frequenza. All’inizio della sua carriera non li tirava praticamente mai così.
Le punizioni, invece, restano il suo punto debole, se ce n’è uno nello stile del cannoniere più prolifico di sempre. Lo sanno bene i tifosi della Juventus, lo stanno imparando anche i sostenitori del Manchester United. Per cambiare le cose, si allena specificamente a batterli con il mancino brasiliano Alex Telles e Bruno Fernandes, suo partner anche in nazionale.
Campione di evoluzione competitiva, è diventato sempre più bomber d’area di rigore con il passare del tempo. Dal 2017 ad oggi, solo una volta ha segnato più di quattro gol in stagione da fuori area (otto nel 2019-20).
Ha selezionato al massimo dal ventaglio del suo repertorio quello che più gli sarebbe stato utile per rispondere agli effetti del tempo, che comportano una inevitabile riduzione della velocità e della reattività. Cristiano Ronaldo si è adattato trasformandosi in un realizzatore, un finalizzatore duro e puro.
Omar de Fonseca, ex calciatore argentino che commenta da anni la Liga e non solo per beIn Sports in Francia, ha sintetizzato la sua evoluzione con una frase fulminante, che riporta sempre L’Equipe. “Cristiano Ronaldo – ha detto – non vuole sprecare energie, tranne che per segnare”.
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