L’Italia esce dal Mondiale e Carlo Tavecchio sbotta: la frase sugli stranieri in Nazionale suscita una nuova polemica.
A seguito della sconfitta contro la Macedonia del Nord, la Nazionale italiana ha dovuto dare l’addio alla qualificazione per il Mondiale in Qatar. Un incubo che si ripete dopo 5 anni. Ma questa volta fa ancora più male.
Roberto Mancini era subentrato a ct Ventura dopo l’eliminazione per mano della Svezia. Il suo obiettivo? Non era di certo quello di vincere gli Europei, bensì “riportare l’Italia al Mondiale“. L’arrivo dell’attuale commissario tecnico ed ex bomber di Lazio e Sampdoria aveva portato una ventata di aria fresca. Succedeva ad un periodo cupo per la Selezione, criticata dai suoi sostenitori. Gli stessi che di certo non hanno un bel ricordo del vecchio presidente della Federcalcio.
Carlo Tavecchio è ritornato a parlare dopo l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale in Qatar e ha voluto togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Ma le sue frasi generano una nuova polemica.
Di gaffe clamorose l’ex numero uno del calcio italiano ne ha fatte. Ed è impossibile da dimenticare quando provò a spiegare che in Italia vengono considerati poco i giovani, a favore invece dei calciatori stranieri. Fece molto clamore quando non era ancora presidente e nominò Opti Pobà (un nome inventato di un qualunque ipotetico calciatore africano) che prima mangiava le banane e poi è diventato titolare alla Lazio.
Carlo Tavecchio è ritornato alla ribalta, anni dopo le sue dimissioni dopo la debacle dell’Italia contro la Svezia nel 2017, per parlare ancora una volta dell’uso sconsiderato di stranieri in campionato: “Gli attaccanti italiani si contano sulle punta delle dita di una mano, se non usiamo i nostri giovani dobbiamo chiamare Tizio, Caio, Sempronio che non sono cresciuti nei nostri vivai – dichiara l’ex presidente della FIGC a Radio Punto Nuovo – Tanti calciatori tolgono il posto agli italiani. Mi hanno dato del razzista quando sollevai questo problema. Il pescare nel mare magnum degli stranieri porta a questi risultati“. E così, Tavecchio si è scagliato contro il ct Mancini e i suoi calciatori oriundi come Joao Pedro o Jorginho o ancora Luiz Felipe.
Sta di fatto che la nuova uscita del vecchio dirigente federale non è piaciuta neanche ai sostenitori, che preferirebbero il suo silenzio.
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