Mentre il Chelsea va avanti nonostante mille difficoltà finanziarie, e guadagna i quarti di finale di Champions League e la semifinale di FA Cup, le trattative per il club entrano nel vivo
Si chiama “True Blue” ed è un tentativo di preservare quella che è una delle principali caratteristiche del Chelsea: le sue radici.
Al consorzio “True Blue” stanno aderendo piccoli azionisti, ex calciatori, tifosi, una piccola moltitudine di persone che in qualche modo stanno cercando di garantire un futuro al club alle prese con una delle fasi di transizione più drammatiche della sua storia.
Tra le persone che hanno aderito a “True Blue” con una quota importante c’è anche John Terry, capitano dei Blues che con il Chelsea giocato 717 partite: e vinto molto: cinque titoli nazionali altrettante FA Cup, tre Coppe di Lega e una Champions League. Quando perse la finale del 2008 disse che non avrebbe avuto pace fino a quando non ne avrebbe vinto una. Il destino lo accontentò nel 2012. Ora la partita è diversa.
Il ribaltone che sta portando nel modo peggiore possibile fuori dalla società Roman Abramovich ha portato allo scoperto la volontà di un gran numero di personalità e di imprenditori pronti a tutto pur di garantire una identità più inglese, addirittura londinese al Chelsea. Anche se questo significa dover vivere una realtà al di sotto delle potenzialità che la squadra ha avuto fino a oggi e che ha portato il Chelsea sul tetto del mondo.
Il consorzio è composto da ex giocatori, tra cui lo stesso John Terry e l’ex giocatrice della squadra femminile del Chelsea Claire Rafferty. È assistito da Oakvale Capital, azienda consolidata nel finanziare e assistere aziende che operano nel settore dello sport e delle commesse. All’operazione partecipano migliaia di tifosi abbonati al Chelsea da tutta la vita: “Il Chelsea è stata una parte così importante della mia vita per 22 anni – ha detto Terry – che ho ritenuto giusto impegnarmi in prima persona per tutelare il futuro del club”.
L’obiettivo del “True Blue” è acquisire fin da subito almeno il 10% delle quote azionarie del club e n questo modo avere voce in capitolo su quello che sarà la sua gestione futura. Nel frattempo le operazioni per la cessione del club, seguite personalmente dallo staff di Boris Johnson sono a un punto morto.
La proposta dello svizzero Hansjorg Wyss è definitiva, lui e il suo socio Ted Boehly attendono una rispost. Restano in lizza l’immobiliarista inglese Nick Candy, la famiglia Ricketts, la società rappresentata da Martin Broughton e Sebastian Coe presidente della World Athletics ed ex presidente delle Olimpiadi di Londra. Le offerte sono tutte intorno ai tre miliardi di dollari. Molto al di sotto di quanto richiesto da Abramovich.
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