Barbara D’Urso riparte da Italia Uno. “La Pupa e il Secchione” sta dando nuovo lustro a una professionista che segue anche il calcio.
Barbara D’Urso torna tra i banchi, ma stavolta bacchetta: la conduttrice, dopo le esperienze sulla rete ammiraglia di Mediaset, passa alla rete cadetta. Italia Uno la accoglie con la giusta atmosfera, quella necessaria per rilanciare un cult. “La Pupa e il Secchione” torna in una nuova veste, senza perdere di vista i fasti del passato.
Lo show sta avendo un discreto seguito proprio perchè coniuga il trash e il divertimento nella giusta misura, senza annoiare, incuriosendo chi guarda. L’obiettivo è capire, ogni puntata, dove si andrà a parare perchè con i concorrenti in gioco ogni volta è una scoperta: ci sono anche figure di spicco, quali Antonella Elia e Soleil Sorge. Reduce dal GFVip con una miriade di polemiche ad accompagnarla. Bagaglio che le serve da “biglietto da visita”. L’obiettivo è sfatare ogni pregiudizio, o magari alimentarlo, sempre nel nome dello spettacolo.
Barbara D’Urso, un calcio alla scaramanzia: “Vi dico chi vince lo Scudetto”
La D’Urso, per deformazione professionale, convive con diverse maschere che orchestra nella propria scacchiera ideale. Quindi convive, in diretta, con diversi caratteri che gestisce nel corso della puntata. Il ruolo della “Maestra di cerimonie” le si addice non poco, visto che riesce sempre ad armonizzare ogni dibattito. La giusta dose di divertimento e leggerezza anima la prima serata del sesto canale.
Non solo dovere, però, anche piacere: tra le passioni di “Carmelita”, c’è anche il calcio. La donna è una grande appassionata di pallone, sul lavoro non lo dà a vedere per via del contesto in cui si trova. Eppure non perde una partita importante, sia essa dell’Italia o del Napoli. La conduttrice, infatti, è una tifosa sfegatata degli azzurri: sul possibile Scudetto dei partenopei nessuno si sbilancia. Tranne lei che dice: “Contro di noi astio e cattiveria, il vento di Napoli ci farà vincere lo Scudetto”. Una profezia in piena regola, chissà che la ‘secchiona’ del pallone non ci abbia preso.
