La Serie A scende in campo contro ogni forma di razzismo: l’iniziativa speciale di DAZN scalda i tifosi durante la pausa nazionali.
In occasione della 30.a giornata, la Serie A è scesa in campo contro il razzismo. Durante tutto il week-end le partite sono state accompagnate dal messaggio “Keep Racism Out” presente in campo e sui maxi-schermi dello stadio.
Una battaglia che il mondo dello sport, compreso il calcio italiano, sta portando avanti ormai da diversi anni per cercare di eliminare ogni forma di discriminazione. Purtroppo, proprio nello scorso turno di campionato, si è verificato un episodio spiacevole a Cagliari dopo la partita giocata col Milan.
Una scena raccapricciante che ha visto vittima Mike Maignan, ricoperto di insulti razzisti da un gruppo di tifosi rossoblù. Non è la prima volta e purtroppo non sarà l’ultima che si assisterà a questo tipo di situazioni in un campo di calcio ma si sta facendo di tutto per limitarle il più possibile.
Serie A, lotta al razzismo: l’intervista speciale di DAZN
Nella giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale anche DAZN si unisce a questa campagna di solidarietà. Il servizio streaming si è dimostrato sempre molto vicino a queste tematiche e proporrà una serie di testimonianze nella sua programmazione.
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Come comunicato attraverso una nota ufficiale, la pay tv ha deciso di rimettere online alcune puntate del format “Linea Diletta”. In particolare quelle con protagonisti Giorgio Chiellini, Kalidou Koulibaly e Kevin–Prince Boateng che, attraverso le loro esperienze, hanno raccontato gli aspetti e come combattere questo piaga social nel mondo del calcio.
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Non solo perché presto uscirà un episodio speciale con un ospite internazionale e amato da migliaia di tifosi come Lilian Thuram. Un appuntamento imperdibile, in onda da lunedì 28 marzo, in cui Diletta Leotta intervisterà a Parigi uno dei massimi esponenti della lotta al razzismo.
L’ex difensore di Parma e Juventus tornerà a Bois Colombe, una cittadina fuori dalla capitale in cui ha trascorso l’infanzia dopo l’arrivo a nove anni dalla Guadalupa. In questo luogo ripercorrerà i momenti più difficili della sua crescita dove si è dovuto per la prima volta confrontare con gli insulti discriminatori per il suo diverso colore della pelle.
Un odio che, secondo il diretto interessato, proviene dalla tradizione del proprio paese: “La mia idea spaventa la gente ma è così. Quando giocavo in Italia alcuni tifosi mi facevano l’imitazione della scimmia e ho capito che trattare male le persone di colore è una cosa culturale come farlo con la donna o gli omosessuali. E’ un’abitudine che si tramanda nelle generazioni, entrando nel tuo immaginario ed è una cosa gravissima”.