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Fuorigioco

Fedez e l’elogio della normalità: perchè il suo messaggio è importante (anche) nello sport

Fedez, il suo messaggio riguardo al problema di salute che lo ha attanagliato ha aperto un varco: perchè è d’insegnamento anche nello sport.

Uno specchio con il tasto REC in bella vista, che somiglia al grilletto di una pistola, quella che vorresti premere per mettere fine a qualcosa che forse non doveva nemmeno cominciare. La sofferenza non ha una definizione precisa, né tantomeno è pianificatrice: raggiunge chiunque, senza esclusione di colpi, distinzione e logiche. Arriva, come un ciclone sconvolge tutto e si porta via qualche certezza.

Fedez e il messaggio ai fan (ANSA)

Quello che è successo – fra gli altri – anche a Federico Lucia. In arte Fedez, o Fedèz quando sbagliano. Citazioni a parte Lucia è uno che non aveva nulla di particolare se non la sua musica con cui è passato dalle stalle alle stelle in men che non si dica: sembrava avere tutto e nessun tipo di problema. Registra la sua vita per deformazione professionale, quasi come fosse una favola.

Fedez e l’autenticità della sofferenza: cosa ha cambiato il messaggio del cantante

Nelle favole, anche in quelle più belle, arriva il mostro che devi combattere. Nel suo caso è arrivato ieri e lui, dopo esserselo tenuto dentro per un po’, l’ha sbattuto idealmente in prima pagina (dal suo canale social). Ci hanno abituato che il privato sia pubblico per certe persone, ma non è così: pubblica è solo la ribalta, i social network sono – in larga parte – un ricettacolo di cose belle.

La fiera dell’ostentazione: sorrisi ovunque, mai una brutta piega. Colpi di hashtag che sbattono in faccia la felicità: forse è anche giusto così, ma poi c’è altro. Quello che nessuno dice, o si concede, perchè sembra quasi un delitto. Quello di soffrire – perchè nell’epoca dei nativi digitali il dolore funziona solo se attrae televisivamente – penare in maniera autentica non è di moda.

Essere umani non è una debolezza: il caso Nadia Toffa

L’annuncio in diretta della malattia (ANSA)

Spesso viene confuso (per sintesi o poca analisi) con la debolezza. Ce ne accorgiamo ancor di più con le persone famose. Quando Nadia Toffa stava male, e l’ha detto in diretta televisiva senza filtri, il giorno dopo i primi commenti erano tutti uguali: “L’ha fatto per farsi pubblicità”. Chi l’ha detto poi piangeva – purtroppo – sulla sua bara tra una frase ad effetto e una lacrima postuma.

La Iena – arcigna solo per esigenze di copione – stava solo cercando un barlume di autenticità: lasciarsi andare ad uno sfogo. Una volta tanto, senza che il personaggio venisse prima della persona. Nessuno rideva, né tantomeno ammiccava, per un istante abbiamo ascoltato tutti: c’è ancora vita, pensavamo. Anche se si parlava di morte (solo probabile all’epoca). Si vedeva come lei avesse voglia di mostrarsi per quello che era.

Una donna in cerca di equilibrio dopo uno scossone. Succede anche quando non sei famoso, anzi soprattutto quando non sei conosciuto: il lusso di essere un uomo qualunque – che è anche un’arma a doppio taglio – è quello di non dover fare i conti con le aspettative di nessuno.

Prandelli, Vialli, Zanardi e Schumacher: le cicatrici dei campioni

Vialli abbraccio Mancini (ANSA)

Quindi puoi avere meno compromessi con le cicatrici. La ritrosia latente di voler per forza nascondere tutto sotto la sabbia viene, però, applicata ciclicamente in ogni gruppo sociale: “Non lo dico che sto male, non voglio essere compatito. Cosa penseranno?”. Succede sempre. Forse è proprio questo, la paura della compassione, ad ingigantire una condizione già complessa.

Le lacrime di Fedez in diretta social sono un elogio all’umanità credibile: una pacca ideale sulle spalle di Gianluca Vialli, lui che ha nascosto la sua Malattia per mesi portando un maglione in più per non far vedere il dimagrimento repentino, un abbraccio a Cesare Prandelli che per le sue esitazioni e lo stress si è allontanato da quello che era il proprio mondo.

Le sofferenze come mezzo per la felicità

Una carezza alla moglie di Schumacher, che piange di nascosto, perchè la fama del marito non può essere tradita. Anche adesso che lotta strenuamente per esserci ancora. Una stretta di mano, forte, chiara e determinante ad Alex Zanardi: potenza e debolezza assieme che la vita se la sta riprendendo.

Fedez ha dimostrato quello che dicono tutti, ma in concreto non fa nessuno: quanto è importante ammettere di avere un problema, convivere con il dolore e l’apatia, accarezzare l’idea di lasciarsi andare, per poi riprendersi e tornare più forti di prima. La vera merce rara è la consapevolezza: Federico Lucia ha portato un messaggio importante nel mondo dello showbiz. L’effettiva “cura” sarà capirlo: essere umani non è un difetto. Anche se significa portare qualche fardello in più. Persino questo fa parte del peso della felicità che non è una scelta ma un’opportunità tra tutto quello che, di più o meno brutto, accade.

Andrea Desideri

Andrea Desideri. Giornalista freelance, appassionato di cinema, speaker radiofonico, sollevatore di pinte e romantico quando serve.

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Andrea Desideri

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