Intervista ad Adriano Galliani sul Milan a margine della presentazione del libro “Milanello – La casa del Diavolo”. La sua opinione su Ibrahimovic, Leao, lo scudetto del Milan
Il passato, il presente e il futuro del Milan. Tutto nello sguardo e nelle parole di Adriano Galliani che abbiamo intercettato allo Sheraton Milan San Siro a margine della presentazione del libro “Milanello – La Casa del Diavolo”, scritto dal giornalista Sky Peppe Di Stefano per Cairo Editore nell’ambito della collana Arena diretta da Gianluca Di Marzio.
All’evento c’erano, oltre a Galliani, Ariedo Braida, Umberto Gandini, l’ex medico sociale Rudy Tavana, Luca Antonini, e tre protagonisti della società di oggi: il direttore sportivo Ricky Massara, l’allenatore Stefano Pioli e il terzino Davide Calabria.
L’occasione di confronti e celebrazioni, ricordi e sogni, emozioni e ambizioni. Passaggi di tempo che si incrociano nell’affetto che Galliani, oggi dirigente del Monza, racconta ancora di provare per il Milan. Il suo cuore, ci dice, è ancora rossonero.
E come tutti i cuori appassionati vive anche di scaramanzie, per cui di scudetto meglio non parlare pubblicamente. Il tricolore si accarezza privatamente, si culla come un desiderio da non esprimere, come quando si guardano le stelle cadenti o si spengono le candeline sulle torte di compleanno. “Incrocio le dita perché tifo sempre Milan perdutamente. Sono molto scaramantico, mi sembra che stia facendo un ottimo lavoro. Non dico niente…” ci dice.
“Secondo me è stato fantastico Pioli che ha cambiato il Milan con questo 4-2-3-1 quando è arrivato – ha detto Galliani, che rinuncia ai paragoni con le migliori versioni del passato, le squadre di Sacchi o Capello – E’ un bel Milan che gioca bene e grandi meriti vanno all’allenatore che è riuscito a mettere tutti i giocatori nel ruolo giusto“.
L’ex amministratore delegato ha parlato anche di Zlatan Ibrahimovic, rientrato al Milan nel 2020 dopo aver giocato in rossonero dal 2010 al 2012. “Ibra lo sa che son passati dieci anni da quando giocava qui. Però io mi ricordo di Altafini che dopo il Milan andò a Napoli e poi nella Juve in tarda età per allora. Entrava negli ultimi 10-15 minuti e risolveva le partita – ha spiegato -. Ibra può dare ancora molto, non come quantità di minuti ma come qualità“.
Galliani ha elogiato il gruppo che Pioli ha saputo costruire. Inoltre ha offerto un parere su Leao che non mancherà di infiammare i tifosi del Milan. “Può diventare uno dei migliori del mondo – ha detto -. Per essere un top mondiale servono tante cose, lui è giovane e gli auguro di arrivarci, di vincere tanto con la maglia rossonera. Mi sembra che gli manchi un po’, come dire, di determinazione”.
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