Striscione vergognoso al Bentegodi prima di Verona-Napoli: coinvolte anche Russia e Ucraina, i due Paesi in guerra.
Non scorre buon sangue tra le tifoserie di Hellas Verona e Napoli, avversarie nella gara odierna al Bentegodi. Sono noti gli scontri, gli episodi incresciosi allo stadio e fuori, tra i gruppi ultras delle due squadre.
Molti striscioni hanno fatto la storia del calcio italiano. Stiamo parlando certamente di quello originato dai supporter azzurri, con il chiaro riferimento all’opera di William Shakespeare e l’insulto a Giulietta e Romeo, protagonisti della storia ambientata proprio a Verona. Anni dopo, i veronesi replicarono, con una certa ironia e originalità, sfruttando sempre la tragedia shakespeariana.
Di certo, gli striscioni a cui si è fatto riferimento finora non sono paragonabili a quello apparso fuori al Bentegodi, a poche ore dalla partita di campionato tra l’Hellas Verona ed il Napoli. Un’offesa non solo ai cittadini partenopei, ma anche al delicato periodo storico che stiamo vivendo. Un gesto vile che sta scatenando l’ira sui social per l’indelicatezza della Curva Sud scaligera.
Striscione Verona-Napoli, orribile insulto alla guerra e ai napoletani
Senza vergogna. E c’è addirittura la firma sullo scempio comparso nella notte tra il 12 ed il 13 marzo, nei pressi dello stadio Bentegodi. Poco prima della partita di Serie A tra Verona e Napoli, un gruppo di ultras gialloblu ha appeso fuori le mura dello stadio di casa uno striscione con strani disegni, criptici al primo impatto.
Sul lenzuolo bianco appaiono le bandiere di Russia e Ucraina, divise da un trattino, e al di sotto le coordinate della città partenopea: “40°50’N 14°15’E“. Si tratta di un chiaro invito ai due Paesi in guerra di bombardare il capoluogo campano.
Chiaramente, l’immagine sta facendo il giro del web, attirando tantissime critiche e disprezzo per gli autori di questo gesto vergognoso. Ed è lontanamente paragonabile allo striscione apparso a Zingonia di recente, con Malinovskyi e Miranchuk – calciatori ucraino e russo – mano nella mano e simbolo di un conflitto che il mondo non vuole.