Dalla crisi causata dal Covid al disastro a seguito della guerra in Ucraina, la società rischia il fallimento con ripercussioni sulla Serie A.
E’ un momento difficilissimo per il mondo ed il calcio non fa eccezione. Ci sono squadre che rischiano grosso, ma una big in particolare ora è davvero con l’acqua alla gola. E’ scattato il conto alla rovescia e se non arriva una svolta le conseguenze del fallimento coinvolgerebbero tutto il calcio europeo.
Andare avanti sta diventando sempre più difficile per le società di calcio in questi anni. Come un equilibrista alle prese con la camminata sulla fune, sospeso sopra al baratro del fallimento. Tanti scossoni rendono inoltre il percorso molto più complicato. Di fattori esterni che minano la salute dei club ce ne sono stati tanti, ora anche il conflitto in Ucraina che sta innescando una serie di reazioni a catena, come se già non bastasse il Covid con tutto quello che ne è conseguito.
I costi in continua ascesa non aiutano, specialmente se si considera il parallelo calo di introiti, così come la questione procuratori. Tanti grattacapi che tolgono il sonno a presidenti, dirigenti e tifosi di calcio. C’è un club però che in questi giorni se la sta vedendo davvero brutta, lo spettro del fallimento aleggia minaccioso e qualora si verificasse potrebbe sconvolgere la “geografia” del calcio europeo.
Tifosi in ansia: il club va venduto entro 81 giorni
In tutta questa situazione il club che piange di più è certamente il Chelsea. Sul club londinese infatti si stanno abbattendo delle sanzioni molto stringenti per via del rapporto tra il suo presidente Roman Abramovich e Vladimir Putin.
Economicamente è un disastro senza precedenti e Abramovich è costretto a vendere velocemente perché è letteralmente partito il conto alla rovescia: 81 giorni. E’ infatti emerso che la “licenza” che consentirà al club di giocare fino a fine stagione non verrà rinnovata a meno che Abramovich non accetti un accordo per la vendita e se ne vada senza un centesimo.
Nello specifico Chelsea è stato informato che deve essere trovato un accordo prima che la licenza scada in data 31 maggio, per garantire la sopravvivenza del club come entità funzionante.
“Può essere concessa una specifica licenza per consentire a qualsiasi vendita di procedere – ha spiegato il portavoce ufficiale del Premier Boris Johnson – ma in nessun caso alcuna vendita consentirebbe a Roman Abramovich di trarne profitto o di prelevare denaro dalla cessione“.
In base alla licenza il Chelsea può continuare a pagare gli stipendi, per un ammontare di 333 milioni di sterline all’anno, distribuiti tra i circa 1.000 dipendenti. La società non è però autorizzata a vendere altri biglietti per i match di questa stagione. Il solo blocco della biglietteria è un danno da 600.000 sterline per ogni partita casalinga in Premier League. Inoltre la società è stata costretta anche a chiudere il Megastore del club, perché è proibita anche la vendita di merchandising.
Il Chelsea deve però sta chiedendo che alcuni termini della licenza siano modificati. La richiesta è per far fronte alla necessità di poter spendere più delle 20.000 sterline consentite a partita in spese di viaggio per le trasferte. Il problema viaggi è vincolato soprattutto alla Champions League le cui spese possono costare fino a 60.000 sterline a partita.
Fallimento Chelsea, perché Juve e Inter possono giovarne
Un eventuale fallimento del Chelsea sconvolgerebbe tutto il calcio europeo ed avrebbe importanti ripercussioni specialmente sul mercato. A beneficiarne potrebbero esserci anche alcuni top club di Serie A come Juve e Inter che tengono d’occhio la situazione rispettivamente per Jorginho e Lukaku.