Mauro Icardi, Kylian Mbappé e Luka Modric hanno qualcosa in comune che li unisce e ha a che fare con l’Italia: la storia
Kylian Mbappé e Luka Modric hanno acceso la doppia sfida degli ottavi di finale di Champions League fra Paris Saint-Germain e Real Madrid. Il francese ha recuperato dopo il duro colpo in allenamento, il centrocampista croato ha illuminato il gioco al Bernabeu come nell’ultima giornata della Liga, quando ha segnato uno dei gol più belli del weekend.
E’ rimasto ancora una volta ai margini della sfida clou della stagione Mauro Icardi. Il bomber ex capitano dell’Inter era rimasto in panchina per tutti i 90 minuti nella sfida di andata, una delle migliori del PSG targato Pochettino. Anche al Bernabeu, dove i parigini avevano il compito di difendere il vantaggio maturato in casa, la scena si è ripetuta.
Per quanto a guardarli adesso sembri difficile da immaginare, Icardi, Mbappé e Modric hanno qualcosa in comune. E l’elemento che li unisce, il fattore che li accomuna nelle loro diverse storie di affermazione nel mondo del calcio, oggi lavora in Italia.
Icardi, Modric e Mbappé, l’italiano che li unisce
Li unisce un figlio d’arte che ha girato il mondo inseguendo giovani talenti con un occhio particolare per chi ha la potenzialità di arrivare molto in alto. Si chiama Riccardo Pecini ed è il chief officer dello Spezia.
Ha iniziato nel 2002 come scout della Fiorentina. Si è trasferito poi al Tottenham dove ha lavorato dal 2005 al 2008. Grande conoscitore del calcio balcanico, per gli Spurs ha scovato i croati Niko Kranjcar e Luka Modric, arrivato nel 2008, che aveva attirato anche l’attenzione della Sampdoria.
Grande amico di Fabio Paratici, ha guidato proprio gli osservatori blucerchiati dal 2008 fino al 2011 quando è stato nominato direttore dell’Academy del Milan.
Nell’agosto 2012 matura la sua seconda esperienza internazionale al Monaco, che era stato appena acquistato dal controverso tycoon russo Dmitry Rybolovlev, il re dei fertilizzanti. E’ lui che in quegli anni conduce le trattative o approva l’arrivo nell’accademia del club di Falcao, Kondogbia, Martial e Mbappé. “Abbiamo fatto un investimento folle per l’età per battere la concorrenza di PSG e Inter, ma era già un talento assoluto” raccontava qualche anno fa a Repubblica.
Nel luglio 2014 è tornato alla Sampdoria come Direttore Sportivo dell’Academy. Il suo compito è scoprire i campioni di domani, e il suo colpo più celebre di quegli anni resta Mauro Icardi. E’ un caso di studio per capire l’importanza dell’istinto quando si combina con la conoscenza e l’esperienza.
E’ il 2016, Icardi gioca nell’Under 19 del Barcellona, allenato in prima squadra da Pep Guardiola. “Sono andato tre o quattro volte a vederlo giocare a Barcellona, ma era quasi sempre in panchina – ha raccontato a The Athletic -. L’ho visto giocare cinque minuti, poi sette, un’altra volta per un quarto d’ora. Ogni volta pensavo che sarebbe dovuto diventare un giocatore. Non faceva vedere quello che volevo, ma mostrava che aveva dentro di sé le qualità che cercavo”.
Così l’ha acquistato per 300 mila euro per il settore giovanile della Sampdoria. Due anni dopo i blucerchiati lo hanno ceduto per 13 milioni all’Inter. E il resto è storia.