La procura svizzera ha infatti chiesto 28 mesi di reclusione per il presidente del PSG e 35 all’ex numero 2 della FIFA Jérôme Valcke, nell’ambito di un processo d’appello sui diritti TV per i Mondiali di calcio.
A differenza del processo di primo grado, che si è concluso nell’autunno del 2020, il procuratore federale Cristina Castellote non ha chiesto la sospensione parziale. In primo grado i due erano stati assolti.
La vicenda coinvolge Nasser Al Khelaifi in quanto, in qualità di vertice del fondo sovrano qatariota QSI, è anche a capo del colosso televisivo BeIN Sports. Il Pubblico ministero confederale svizzero lo ha indagato per “istigazione a una gestione sleale” per quanto riguarda la trattativa per l’assegnazione dei diritti televisivi dei Mondiali e della Confederations Cup del 2026 e del 2030. La trattativa nello specifico concerne l’area del Medio Oriente e del Nord Africa, in cui BeIN Sports trasmette.
L’ex segretario generale della Fifa Valcke è coinvolto anche per l’attribuzione degli stessi diritti per l’Italia e la Grecia.
Al centro dell’indagine c’era anche una villa in Sardegna che il presidente del PSG aveva acquistato tramite una società a lui riconducibile che aveva messo a disposizione di Valcke gratuitamente. Secondo il Pm svizzero, sarebbe stato un tentativo di corruzione per ottenere i diritti di trasmissione dei mondiali.
Ma la FIFA prima del procedimento di primo grado ritirò la denuncia penale contro il presidente del PSG. Per cui è rimasto il reato di “istigazione alla gestione sleale”, visto che Vlacke non avrebbe comunicato alla Fifa i favori in questione.