Tuchel, allenatore (LaPresse)
La vittoria per 4-0 di sabato contro il Burnley porta anche qualche motivo di imbarazzo a Tuchel e al Chelsea, alle prese con le voci di cessione da parte di Abramovich
Non è un momento facile per il Chelsea. La guerra russa in Ucraina ha portato l’interesse generale dell’opinione pubblica su tutti gli oligarchi del cerchio magico di Putin.
Tra questi ovviamente Roman Abramovich che da una parte sta cercando di difendere i suoi interessi economici che nelle ultime due settimane hanno subito perdite pesanti. E dall’altra tenta di salvare la faccia, tra mediazioni e dichiarazioni di circostanza.
Ma quello che è accaduto ieri prima del match contro il Burnley è da spiegare, soprattutto per le sue conseguenze. Mentre lo speaker del Turf Moor invitava il pubblico a un momento di riflessione e di raccoglimento per le vittime civili in Ucraina il pubblico ha risposto con un coro inneggiante a Roman Abramovich. Il resto del pubblico del Burnley ha fischiato. E il tecnico dei Blues Thomas Tuchel non l’ha presa benissimo.
L’allenatore tedesco del Chelsea, che la settimana scorsa aveva polemizzato con i giornalisti che gli continuavano a chiedere notizie circa la possibile cessione del club e il disimpegno di Abramovich, stavolta se l’è presa con il pubblico dei Blues. E lo ha fatto con parole piuttosto forti.
“Sono cose che preferirei non vedere e non sentire, e dunque non commentarle – ha detto Tuchel – questo non è il momento di fare cose del genere. Se ci chiedono solidarietà, ed è giusto che la chiedano, dobbiamo dimostrarla e dovremmo farlo tutti insieme. Ipotizziamo che venga a mancare qualcuno del nostro club, una persona importante. Ci inginocchieremmo. E pretenderemmo rispetto da tutti. Questo dovrebbe essere il minimo”.
Tuchel si è mostrato molto risentito: “Non è una questione politica, e nemmeno di opportunità, non è il momento di dare altri messaggi. L’unica cosa che conta è stare vicino alle persone che stanno soffrendo e hanno perso la vita. È il momento di mostrare rispetto. É giusto farlo. E come club abbiamo bisogno che i nostri tifosi si impegnino in questo anche se si tratta di stare in silenzio o applaudire per un minuto. Lo dobbiamo all’Ucraina e non c’è un secondo fine in questo. I tifosi lo devono capire…”
Le dichiarazioni di Tuchel sono state pesantemente criticate da alcuni tifosi del Chelsea sui social ma altri hanno sottolineato l’onestà intellettuale del tecnico tedesco che in passato aveva già espresso la sua vicinanza alle vittime del conflitto.
Con Roman Abramovich proprietario del club dal 2003 a oggi, il Chelsea ha vinto 19 trofei importanti: cinque titoli di Premier League, due Champions League e, poche settimane fa, la Coppa del Mondo per club.
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