Guardiola ha tenuto ai giornalisti una breve lezione di buonsenso sulla guerra in Ucraina partendo dal suo calciatore Zinchenko
Oleksandr Zinchenko ha partecipato giovedì sera a una manifestazione contro la guerra in Ucraina, organizzata nel centro di Manchester. Il centrocampista ucraino è ovviamente molto coinvolto, anche se a distanza, dalle operazioni militari dell’esercito russo che hanno invaso la sua nazione.
Nelle prime ore dopo lo scoppio della guerra, Zinchenko aveva pubblicato una storia Instagram con un messaggio molto chiaro e molto forte contro Putin, presto cancellata. Ma in ogni caso molto citata su altri social e ripresa dai mass media di tutto il mondo.
“Oleks è un ragazzo incredibile, molto forte. Naturalmente non è un momento facile per lui, ma è pronto per giocare se servirà” ha detto Pep Guardiola, allenatore del Manchester City, alla vigilia della sfida di Premier League contro l’Everton.
Il catalano ha spiegato di aver parlato personalmente con Zinchenko e ha fatto notare che la vicenda non tocca direttamente solo lui, tra i calciatori della sua rosa. Il capitano Fernandinho, arrivato al City nel 2013 dallo Shakhtar Donetsk allenato oggi da Roberto De Zerbi, ha ancora diversi amici in Ucraina.
Il discorso di Guardiola su Zinchenko
“Tutto il mondo civilizzato è preoccupato per la situazione nel mio Paese. Non posso stare con le mani in mano” scriveva prima dello scoppio del conflitto il centrocampista Zinchenko, che ha giocato 45 partite con la maglia della nazionale.
In conferenza stampa, un giornalista chiede a Pep Guardiola cosa pensi della presenza di Zinchenko in piazza per la manifestazione contro la guerra. “Se stessero invadendo il tuo Paese, come ti sentiresti?” gli risponde.
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E’ l’inizio di un discorso politico di Guardiola, che ha preso più volte posizione su temi extra-sportivi come l’indipendenza della Catalunya dalla Spagna. L’allenatore-leader è partito dalla guerra in Jugoslavia e dall’indifferenza con cui, ha sottolineato, l’avrebbe vissuta l’opinione pubblica mondiale.
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“Ricordo quello che successe allora, nessuno ha fatto niente – ha detto Guardiola -. Nel mondo le guerre sono tante ancora oggi, tante persone innocenti che vorrebbero solo vivere in pace muoiono. Le persone desiderano una casa, un letto, cibo in tavola e qualcuno da amare. Ma gli innocenti pagano sempre con la vita le decisioni di due o tre persone. Dal passato, purtroppo, non abbiamo imparato niente”.