Guerra in Ucraina, nuovi guai per Abramovich. Mostrati documenti trapelati che accusano il miliardario di corruzione russa e di aver pagato per l’influenza politica.
Non c’è un momento di pace nel mondo. Quando sembra che il sole stia per ritornare dopo due anni di pandemia, scoppia la guerra in Ucraina. Attimi di tensione, sgomento, paura e delusione per una diplomazia che, per l’ennesima volta, sembra aver fallito su tutti i fronti. Una serie di sanzioni alla Russia per trincerarsi e nascondere l’incapacità di leggere attentamente le mosse del “nemico” di turno.
Dalle 4.30 di questa mattina, l’argomento principale non è più il Covid-19, quanto lo scontro tra le due Nazioni. Una battaglia che, se non termina a stretto giro, potrebbe portare alla terza guerra mondiale. Intanto, i primi danni, sia in termini di vittime che economici, si stanno già registrando. Ad iniziare a pagarne dazio sembrerebbe esserci anche il patron del Chelsea.
Ebbene sì, Roman Abramovich non è mai stato realmente amato in Inghilterra. Sin dal suo arrivo, ci si è posto sempre varie domande circa le sue fortune e i suoi rapporti con la Russia. Domande a cui, negli anni, si è provato a dare risposta ma senza grande convinzione. Il timore era quello di privare il Chelsea di un uomo ricco e che desse ulteriore lustro alla Premier.
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Con lo scoppio della guerra però, le cose sembrano leggermente cambiate. Secondo quanto viene riportato dal ‘The Sun’ e dal ‘The Mirror’, il deputato laburista Chris Bryant ha chiesto che a Roman Abramovich venga vietato di possedere il Chelsea e di sequestrargli la villa in seguito alla decisione della Russia di invadere la vicina Ucraina.
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Tale richiesta, è giunta dopo esser entrato in possesso di alcuni documenti del 2019 dal Ministero degli Interni sul proprietario del Chelsea. A quanto pare, dai suddetti si evince un contatto diretto con i più alti piani del governo russo e di attività illecite e di corruzione da parte di Abramovich. A pesare sulla testa del magnate russo, ci sarebbero anche le accuse di aver pagato negli anni passati per avere maggiore influenza politica in Russia.
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