Spalletti frena a Cagliari: il Napoli porta a casa a stento un pareggio mentre le dirette concorrenti per il titolo frenano tutte. I numeri.
Che Spalletti debba fare i conti con la scaramanzia è un dato di fatto, che i fantasmi del passato tornino a bussare alla sua porta anche. Il tecnico di Certaldo sta facendo un lavoro certosino con il Napoli ma soffre di sindrome di Stendhal: davanti ai capolavori sviene. Il club partenopeo ha dimostrato questo: fa bene fin quando si tratta di inseguire, lavorare a testa bassa, tirare fuori le unghie.
Appena si specchia nella sua bellezza cade sfiancato dalla casualità degli eventi. Le dirette concorrenti per il titolo hanno perso punti: tutte. Al Napoli si chiedeva qualcosa in più, che non c’è stato: Pereiro ha fatto la partita della vita e, se non ci fosse stato Osimhen, la squadra partenopea sarebbe uscita da Cagliari a mani vuote.
L’Isola che non c’è, ma Spalletti non è Peter Pan: è Peter Parker, ha fatto Spiderman per mesi – arrampicandosi il cervello tra infortuni e indisponibilità – per riuscire a ritrovarsi nel treno delle grandi. Quando occorre mostrare il colpo vincente, Luciano torna umano. Così come il suo Napoli. Lo stesso è successo con Inter e Roma, un passo prima del traguardo: chiamatela sfortuna o ansia da prestazione, ma i partenopei steccano contro i sardi e non basta farsene una ragione.
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Non davanti a certi numeri: il Cagliari ha ottenuto 12 punti nelle ultime sette partite di Serie A del 2022, due in più rispetto a tutta la prima parte della stagione. I dati Opta dicono che di questi 12, uno pesa più di altri. Perchè Mazzarri vince contro la ex e Spalletti non riesce a togliersi di dosso il bollino da eterno secondo.
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Resta a 54 con l’Inter, altra traccia del suo passato, per guardare il Milan dal basso verso l’alto. Quando poteva essere il contrario. Questione di numeri, la smorfia – che sia sul volto, in mezzo al campo, in classifica – non sorride al Napoli. E Spalletti mastica male in un Lunedì sera che se fosse un numero sarebbe 47. Morto che parla. Anzi, mirto…di Sardegna. Amaro in tutti i sensi.
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