L’Atalanta non accetta la decisione dell’arbitro Doveri sul gol annullato a Malinovskyi e grida allo scandalo sul proprio sito ufficiale.
Fiorentina-Atalanta ha fatto esplodere una polemica che non vedrà presto fine. Poco dopo l’ora di gioco, Ruslan Malinovskyi ha segnato il gol del pareggio, ma l’arbitro Doveri – assistito dal VAR ha annullato – ha annullato la marcatura.
A seguito della decisione del direttore di gara, Gasperini non ci ha visto più e ha iniziato a lamentarsi con gli ufficiali, rimediando un’espulsione. La polemica è proseguita a bordocampo, con una frase detta ad Italiano, per poi decidere a fine partita di non parlare con la stampa. Troppo su di giri per poter discutere pacatamente davanti alle telecamere. E così, nessun tesserato bergamasco si è presentato ai microfoni dei broadcaster: silenzio stampa. Ma il silenzio stampa è durato pochissimo, il tempo di un battito di ciglia. Sul sito ufficiale dell’Atalanta è apparso un post che di certo non farà piacere all’AIA.
Atalanta, la protesta per il gol annullato a Malinovskyi: “Giudicate voi”
Il club nerazzurro non accetta la decisione di Doveri e dei suoi collaboratori. Per Gasperini e e la sua banda il gol contro la Fiorentina era regolare. Addirittura, sul portale ufficiale dell’Atalanta è apparso un post, con tanto di fotogramma dell’azione che riprende il lancio lungo per Malinovskyi.
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Il fotogramma, però, non coincide con la decisione arbitrale. Infatti, Doveri non ha annullato per fuorigioco di Malinovskyi – nettamente in gioco – ma per quello di Hateboer, che influenza il suo difensore e parteciperebbe attivamente all’azione del gol dell’ucraino. Nessun tocco del pallone da parte dell’esterno nerazzurro, sia chiaro, ma la corsa e quel leggero contatto con Biraghi hanno portato alla direzione di gara ad annullare la marcatura.
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Sul sito ufficiale dell’Atalanta appare la foto e “Giudicate voi“. Un chiaro messaggio rivolto ai tifosi nerazzurri che non lascia ad altre interpretazioni. La Dea infiamma i supporter e li trascina dalla propria parte con una comunicazione mirata ad aizzare ancor più la protesta sui social e non solo. Il dibattito non terminerà di certo con il fotogramma.
