Guardiola di nuovo al centro delle dichiarazioni di un ex giocatore che spiega il suo rapporto con l’allenatore catalano.
Grazie ai suoi successi e al suo modo di far giocare le squadre, l’allenatore del Manchester City ha grandi estimatori in giro per l’Europa, soprattutto vista la grande qualità espressa dal club in Premier, così come in Champions League. Il mister è certamente osannato da molti calciatori che farebbero carte false pur di giocare con lui.
Sono in tanti a pensare che Pep Guardiola è un allenatore che gioca un calcio europeo importante e lo fa già dai tempi del Barcellona. C’è chi però, con dichiarazioni particolari, ha comunque spiazzato un po’ i tifosi. Frasi che non sarebbero state accolte così bene. Non che uno non possa esprimere le proprie idee ma andare contro uno dei migliori allenatori europei, desta qualche perplessità.
Tra i tanti giocatori con cui Guardiola ha avuto un rapporto particolare, c’è sicuramente Sebastian Abreu, attaccante dei Dorados de Sinaloa, nell’ultima stagione da calciatore del catalano. Tra i due, c’è sempre stato un rapporto particolare, dovuto a due visioni diverse di interpretare il calcio.
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L’attaccante sudamericano ad ‘As’, proprio in merito a ciò ha detto: “Venivo dalla cultura del calcio sudamericano, dove il numero nove si preoccupava più di coprire il pallone e di fare da sponda. Quando sono arrivato ai Dorados, Pep e Lillo hanno, cominciato a dirmi che così perdevo secondi. Mi rompevano le palle con questa storia“.
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Nonostante le frizioni iniziali, il Loco ha dopo capito che, chi dei due andava ascoltato, era proprio Guardiola: “Poi però è arrivato un momento in cui ho capito che avevano una esperienza e una conoscenza molto più ampie della mia e ho iniziato a dar loro ascolto. Ho cominciato a capire che mi chiedevano di dare continuità al gioco, di fare attenzione alla posizione, al controllo orientato. E devo ammettere che sono cresciuto molto come attaccante e come calciatore“.
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