Wayne Rooney si è lasciato andare ad alcune confessioni che hanno lasciato senza parole: cosa ha dichiarato l’ex calciatore del Manchester United.
L’ex giocatore della Premier League si è raccontato come mai fatto fino ad ora con diversi aneddoti della sua vita. Momenti dolorosi, a tratti anche tragici, che hanno compromesso diversi anni della carriera. Wayne Rooney è ormai un allenatore che però non dimentica quanto vissuto quando era ancora calciatore, così come prima di iniziare tutto.
L’ex centravanti del Manchester United ha raccontato diversi aspetti di carriera e di vita, a distanza di poco tempo dall’uscita del documentario, che ha dovuto affrontare negli scorsi anni. Un passato turbolento partito sin dall’infanzia, poi l’avventura nel calcio che conta e i problemi affrontati.
Rooney ha parlato di diversi aspetti delicati e molto difficili e lo ha fatto a poca distanza dall’uscita del documentario che si prospetta senza alcuna censura. Il racconto di una vita trascorsa fra tantissimi eccessi, problemi durante l’infanzia e vari lati oscuri. Sarebbero a tal proposito emerse diverse anticipazioni del documentario raccolte dalla BBC.
Il miglior marcatore dell’Inghilterra (53) e anche del Manchester United (253) ha parlato di molti aspetti tragici della sua vita, analizzando anche di aver rischiato spesso di morire. Problemi di alcol, guida in stato di ebrezza e una confessione che spiazza tutti. “Dieci o 15 anni fa non si poteva entrare in uno spogliatoio e dire: ‘Ho problemi con l’alcol, ho problemi mentali’. Semplicemente non si poteva“, dichiara Rooney.
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Lo stesso Rooney ha dichiarato di aver commesso gravissimi errori durante la sua carriera- “Possono essere state le ragazze, o guidare da ubriaco, tutte cose che ho fatto. Avrei potuto uccidere qualcuno o morire io stesso. Stavo davvero attraversando un brutto momento. Sapevo che avevo bisogno di aiuto, per salvare me stesso e la mia famiglia“, ha confessato l’ex attaccante inglese.
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Nel 2004 il passaggio al Manchester United, voluto fortemente da Ferguson, all’età di 18 anni. “Sentivo di essere il miglior giocatore al mondo, e all’epoca credo lo fossi davvero”, racconta Rooney. La carriera passa anche dal rapporto con Sir Alex Ferguson, giunto ai minimi storici dopo le cessioni di Cristiano Ronaldo e Carlitos Tevez avvenute nel 2010. “Ero rimasto solo come giocatore di alto profilo. Entro nell’ufficio di Ferguson e gli chiedo cosa stia succedendo. Mi risponde di andarmene, allora chiedo di essere ceduto. Appena si è ritirato Sir Alex è crollato tutto, e stanno ancora raccogliendo i pezzi“, conclude Rooney.
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