La particolare paura di Dusan Vlahovic ha stupito i tifosi che lo attendono all’esordio con la maglia della Juventus contro il Verona
Dusan Vlahovic è l’uomo più atteso nel posticipo Juventus-Verona. Il serbo è il giocatore più pagato nei cinque principali campionati europei durante la sessione invernale di calciomercato. Il centravanti ha salutato la Fiorentina, dove era arrivato dal Partizan Belgrado replicando la stessa traiettoria del suo idolo Stevan Jovetic.
Da piccolo, ha raccontato in una lunga intervista alla rivista francese So Foot, “andavo tutte le domeniche allo stadio per vederlo giocare. Avevo una maglietta senza il numero sulle spalle e avevo scritto il suo, il 35”.
Il piccolo Dusan ha dovuto scegliere tra il calcio e il basket. Il senso del gol e la facilità di movimenti negli spazi stretti lo portano naturalmente verso il football. Ma come ha detto il presidente dell’epoca del Partizan, Nebojša Pejović, “sarebbe diventato un atleta di alto livello in qualunque sport avesse praticato”.
Eppure, il piccolo Vlahovic inizialmente sognava di diventare chirurgo, ispirato da sua madre dentista. Lo sport gli farà cambiare idea. Il calcio sentitamente ringrazia.
Dusan Vlahovic non è certo un giocatore che teme le rivalità. E’ passato dal Partizan alla Stella Rossa, i principali avversari di Belgrado, per un torneo amichevole del 2014. Scartato, è rientrato al Partizan e al primo derby nelle giovanili ha segnato quattro reti alla Stella Rossa.
Dunque, non stupisce la sua decisione di seguire la sua personale motivazione, il suo feroce desiderio di affermazione passando dalla Fiorentina alla Juventus come Roberto Baggio nel 1990, come di recente hanno fatto Chiesa e Bernardeschi.
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Trattenere un talento simile è stato difficile tanto per il Partizan quanto per il presidente viola Commisso. Ma anche l’incontenibile Vlahovic, che non si ferma nei duelli fisici con i difensori delle big, conosce la paura.
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Non gli fa paura il calcio, non gli fa paura la prospettiva di esordire in Champions League o di non essere all’altezza dei 70 milioni versati dalla Juventus. Il luogo che mette soggezione a Vlahovic è un altro. “Quando studiavo, mi ricordo che non restituivo mai i libri in tempo – ha rivelato -. Da allora mi è rimasta ancora oggi la paura delle biblioteche”.
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