Una playlist per prepararci al derby Milan-Inter che si concluderà poco prima della serata finale del Festival di Sanremo
“Eravamo in centomila allo stadio”. Inizia così una delle prime canzoni calcistiche della musica italiana. Dopo “Che centrattacco” del Quartetto Cetra e “La partita di pallone” di Rita Pavone, la voce di Adriano Celentano racconta per la prima volta in maniera realistica dentro una canzone vicende che ruotano intorno a una partita.
E non è una partita come le altre, quella che gli torna alla mente dopo aver visto, nella finzione del testo, una donna già incontrata a San Siro. “Lei ha visto un Inter-Milan con me – gli dice -. Io dell’Inter, lei del Milan – ma come fa a non ricordare?”.
Quell‘Inter-Milan, con ogni probabilità, è il derby del 22 novembre 1966: finì 1-0 per i nerazzurri, decise un’autorete di Maddè. I giornali dell’epoca parlano di una partita che si è svolta in un pomeriggio freddo, con un po’ di nebbia. A San Siro non erano in centomila, ma in circa 75 mila. Fra loro c’era anche Gino Santercole, figlio della sorella di Celentano, che ha un’illuminazione. Scrive una canzone che è anche un atto d’amore per Milano, come “Il ragazzo della via Gluck”, ma con un derby allo stadio di San Siro come sfondo.
Celentano, effettivamente tifoso dell’Inter come il protagonista della canzone, ha frequentato lo stadio come Enzo Jannacci che però era un milanista di ferro. Unico a mettere il Milan anche nei testi di due canzoni portate in gara a Sanremo, autore dell’inno rossonero nel 1984, Jannacci segna come Celentano questa playlist ideale di canzoni per entrare nel clima del derby che si giocherà a poche ore dalla serata finale del Festival.
Il Milan torna in scena anche in uno dei classici di Jannacci, “Vincenzina e la fabbrica“, inizialmente composta per la colonna sonora del film “Romanzo popolare” di Mario Monicelli. “Zero a zero anche ieri ‘sto Milan qui, sto Rivera che ormai non mi segna più” canta in uno dei versi di questa profonda riflessione sul ruolo della fabbrica nella società.
La canzone sarà pubblicata, in una nuova versione, in “Quelli che… “, uno dei 100 album più belli della musica italiana secondo la rivista Rolling Stone. Il brano che dà il titolo all’album, in versione riveduta, sarà usata come sigla delle prime edizioni del programma “Quelli che il calcio”.
Il derby di Milano mette di fronte, nelle due ideali curve di San Siro, generazioni di cantanti. Tra gli interisti si annoverano Ligabue e Roberto Vecchioni, che in “Ho sognato di vivere” si aspetta notizie importantissime come un gol di Leonardo, ora dirigente al PSG ma allora calciatore nerazzurro. Con loro, tra gli altri, Max Pezzali e Elio, che nel 2002 ha scritto l’inno “C’è solo l’Inter”.
Nella sfida degli inni ufficiali delle squadre, ha un posto particolare Rosita Celentano che, ispirata da Massimo Moratti, nel 2003 ha realizzato “Pazza Inter”, all’inizio incisa con la voce degli stessi calciatori dell’Inter di allora.
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Hanno cantato per i rossoneri, invece, Tony Renis autore dello storico “Milan, Milan” e Emis Killa che nel 2015 ha scritto Rossoneri. Il brano non ha convinto tutti. Non è piaciuto, ad esempio, all’allora dirigente Zvonimir Boban che ha avuto un infuocato botta e risposta con il rapper sui social.
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Chiudiamo la nostra playlist con due hit di Lucio Battisti, “Un’avventura” e “Sì Viaggiare”. Le abbiamo scelte perché fanno da sfondo musicale e ispirazione per due cori notissimi delle due tifoserie. “Innamorato sempre di più in fondo all’anima, la curva Sud” cantano i rossoneri. “Tutto il mondo viaggiare per seguire l’FC Internazionale”, rispondono i nerazzurri dalla Nord. La sfida è lanciata.
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