La sfida dell’Olimpico contro la Roma ha evidenziato la qualità del lavoro di Alexander Blessin che ha cambiato la fisionomia del Genoa
Il finale della partita ha rubato l’attenzione. Il gol annullato a Zaniolo per il pestone rivisto al VAR ha scatenato le polemiche dei tifosi giallorossi. Ma nello 0-0 finale c’è anche molto merito del Genoa, che ha cambiato volto con il nuovo allenatore Alexander Blessin.
Il Genoa si pone come la prima società in Italia disposta a importare quello che possiamo definire il modello Red Bull. La scelta, già intuibile dalla nomina del general manager Johannes Spoors, ex Lipsia e Vitesse, è diventata chiara con la decisione di affidare a Blessin la panchina fino al 2024.
Nel lungo percorso di formazione nelle giovanili del Lipsia, Blessin ha sviluppato il suo stile di gioco assorbendo influenze diverse. I consigli di Ralf Rangnick, guru del gegenpressing e mente dietro il modello Red Bull, hanno avuto un peso decisivo. Ma come Nagelsmann, baby prodigio della panchina oggi al Bayern Monaco, il tecnico del Genoa ha arricchito il modello.
L’ha fatto accettando di ibridarlo con influenze extra-calcistiche, avvicinandosi in questo senso a Pep Guardiola che da tempo lavora con Manuel Estiarte, leggenda spagnola della pallanuoto, come assistente. “Adoro il basket – ha detto -, Michael Jordan ha insegnato che una buona difesa parte dal possesso palla“. La buona difesa si è vista anche con la Roma.
Così il nuovo Genoa di Blessin ha frenato la Roma
Il possesso palla è limitato al 37% all’Olimpico, ma al termine del match Roma e Genoa hanno effettuato gli stessi tiri in porta, 3 a testa. I giallorossi hanno spinto di più, ma hanno trovato di fronte una squadra che non ha rinunciato al pressing alto e all’occupazione aggressiva degli spazi.
Blessin ha disposto la squadra con un 4-2-3-1 molto ordinato e compatto nel primo tempo, come emerge anche dalle posizioni medie nel rapporto ufficiale sulla partita della Lega Serie A.
Nel secondo tempo, in fase di possesso il Genoa si fa più stretto e filante, con i terzini più alti e le ali raccolte per aumentare la densità negli spazi di mezzo. Un esempio del cambiamento tra primo e secondo tempo è la posizione di Hefti, che la Lega Serie A identifica come il giocatore chiave del Genoa contro la Roma.
Il terzino sinistro completa 17 passaggi e 10 recuperi nei 100′ di permanenza in campo, suddivisi in due parti ben distinte. Nel primo tempo rimane più bloccato, nel secondo staziona stabilmente a ridosso della linea di centrocampo.
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Dal punto di vista tattico, il Genoa di Blessin è più verticale e veloce, e ha messo in evidenza soprattutto nel primo tempo come la Roma possa essere attaccata nelle transizioni con un ribaltamento veloce dell’azione.
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L’occupazione degli spazi, più che il possesso, ha permesso al Genoa di contenere la Roma. La squadra di Mourinho ha infatti chiuso la partita con 106 passaggi nella trequarti avversaria, 20 occasioni da gol create e solo un gol, annullato. Il Genoa arrendevole visto contro la Fiorentina è ormai un ricordo.