Al Manchester United il clima è sempre più teso, come se non bastasse lo screzio Ronaldo-Rangnick, il club è alle prese con un altro caso spinoso.
E’ di dominio pubblico ormai il caso che riguarda Mason Greenwood. L’attaccante del Manchester United è infatti stato arrestato qualche giorno fa con l’accusa di stupro e aggressione a seguito di accuse sui social media, ha detto domenica la polizia di Greater Manchester. Alla vicenda però si aggiunge un episodio particolare che sta facendo discutere molto in Inghilterra e non solo.
Il Manchester United ha sospeso l’attaccante dopo che immagini, video e una registrazione audio sono stati pubblicati da una donna sui social media nella giornata di domenica. “La polizia della Greater Manchester è stata informata all’inizio di oggi (domenica 30 gennaio) di immagini e video online sui social media pubblicati da una donna che riportava episodi di violenza fisica“, hanno affermato le autorità in una nota.
L’attaccante dello United è stato poi rilasciato e mandato a casa su cauzione. Una breve dichiarazione di mercoledì mattina tramite GMP ha sottolineato che Greenwood è tornato a casa dopo diversi giorni in custodia di polizia.
Intanto prende le distanze da Greenwood anche la Nike. Il colosso dell’abbigliamento sportivo non è più sponsor tecnico del Manchester United, ma fino a prima di questa controversa vicenda forniva le scarpe all’attaccante. Non più però. E’ da poco stato reso noto che l’accordo di sponsorizzazione è da considerarsi sospeso, ma non è tutto.
Westley Reilly, un fan dei Red Devils da sempre, ha sollevato una polemica che sta facendo discutere negli ambienti sportivi britannici e non solo. Ad inizio stagione il 41enne tifoso aveva sborsato 135 sterline per un kit completo per suo figlio, anche lui pazzo per il Man-U.
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Le accuse emerse contro l’attaccante però hanno stravolto la situazione. Il papà infatti ha contattato il club con l’intento di far cambiare o rimuovere il nome. Afferma che però l’addetto del Manchester United gli abbia risposto che “non c’è niente che possono fare“. Il motivo sarebbe perché l’acquisto del kit era stato effettuato più di 90 giorni prima, che sono evidentemente i termini previsti per resi o cambi di qualsiasi genere.
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Parlando con The Sun Reilly ha chiarito: “Non sto chiedendo loro un rimborso o qualcosa del genere, non mi aspetto che lo facciano.” Nel frattempo i vertici del Manchester United si sono resi conto del clamore mediatico che la vicenda iniziava a suscitare. I Red Devils attraverso un portavoce del club infatti hanno da poco confermato che tutte le magliette con il nome di Greenwood saranno cambiate gratuitamente.
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