Balotelli, Roberto Mancini convoca l’ex Milan e Inter per lo stage con la Nazionale Italiana, ma questo per l’attaccante è l’ultimo treno.
Balotelli torna in Italia, stavolta non in vacanza o a trovare il fratello Enock, ma per giocare: Mancini gli tende, finalmente, una mano. Lo stage di fine mese sarà una premessa importante in vista dei Playoff di Marzo. Il Mondiale in Qatar deve essere l’obiettivo degli azzurri. Poteva arrivare prima, ma dopo la conquista del titolo Europeo qualcosa non ha funzionato.
Forse la testa o l’atteggiamento, ma le notti magiche sono diventate motivo di incubi: il rischio di rivivere un Ventura bis c’è. Scenario non contemplato, ma la situazione è critica. Lo stop di Chiesa non ha aiutato: servono attaccanti, per questo Balotelli torna in auge. Occasione d’oro per lui dopo che le porte della Nazionale Italiana si erano chiuse per motivi disciplinari. Le “Balotellate” erano diventate talmente una consuetudine da finire addirittura sulla Treccani.
Dire che, però, Mancini ha convocato Balotelli per disperazione – come ha già ammonito qualcuno – è riduttivo: in primis, quella dei Playoff non è una passerella. È sfida da dentro o fuori, il fatto che il Commissario Tecnico dia una chance a una sua vecchia conoscenza significa che lo ritiene pronto.
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Poi non si tratta – almeno non ancora – di una convocazione ufficiale: è uno stage di avvicinamento. Significa che Mancini, volendo, può ancora tornare sui propri passi. Quindi, a ben vedere, il “disperato” non è il C.T. azzurro ma Balotelli. Se dovesse perdere anche questo treno, per lui sarebbe finita. 12 Agosto 1990 dice la Carta d’Identità. Una sentenza che lascia presagire come questo, per lui, potrebbe essere l’ultimo Mondiale (ed è ancora in forse).
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Se non riesce a convincere Mancini neppure stavolta, Mario avrà perso l’unica sua possibilità di riconciliarsi con il pubblico italiano – che non lo vede di buon occhio dopo gli ultimi exploit a Brescia, senza contare la parentesi a Monza – e di tenere aperta l’ipotesi ritorno in Serie A.
Tutti sanno che quello di Balotelli in Turchia – con Montella all’Adana Demirspor – è un “esilio”. In Italia non aveva più mercato, la vetrina del Mondiale potrebbe agevolarlo. Purtroppo la sua fama parla per lui e, al momento, si ricordano più gli atteggiamenti che le giocate.
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Balo non è finito. Vuole dimostrarlo, ha la maturità per farlo: 31 anni per poter ancora dire la propria. Dentro o fuori. Dopo più nulla, tanto vale giocarsela senza rimpianti e soprattutto evitando scivoloni. L’atteggiamento in ritiro sarà il denominatore comune che deciderà le chance di ciascuno.
Balotelli vede in questo Mondiale la possibilità di rilancio che ha sempre cercato. Occasione che personalità più grandi di lui non hanno avuto: si pensi a Baggio con Trapattoni. E lì non c’erano problemi di disciplina, vale a dire che in spogliatoio la differenza se mancava si sentiva. Di Balotelli, purtroppo, non sempre – anzi, quasi mai – è stato possibile dire lo stesso. Non solo rispetto a Baggio.
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Una serie di circostanze, non soltanto legate all’anagrafe, portano a pensare che questo sia l’ultimo tentativo di Balotelli per riabilitarsi agli occhi dell’opinione pubblica. Il Paese lo aspetta, compreso Mancini, per capire se ha ancora quella fame che gli ha fatto toccare il cielo con un dito per poi trascinarlo all’inferno. Lo stesso che vuole evitare l’Italia, forse è per questo che ha scelto uno che l’ardore delle occasioni perse lo conosce bene, per scongiurare che succeda ancora.
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