Dopo l’ultima esperienza in Brasile con lo Sport Recife, Hernanes è tornato in Italia per stare vicino alla famiglia, produrre vino e per seguire la sua ‘Cà del Profeta’: azienda vinicola e resort, nata nel 2016 nel Monferrato. In questa intervista ESCLUSIVA a CalcioToday, l’ex profeta di Lazio, Inter e Juventus ha parlato del calcio italiano, del suo periodo biancoceleste e della passione per il vino. Il tutto senza escludere un suo clamoroso ritorno in campo.
Inter, Milan e Napoli sembrano al momento le squadre più accreditate per la vittoria del campionato. Come vedi la lotta scudetto?
“Credo che siano loro le pretendenti al tricolore. L’Inter vive un buon momento e ha appena vinto la Supercoppa. Non ho ancora visto giocare il Napoli. Il campionato è ancora lungo e ci sono ancora tante partite, ma penso che lo scudetto possa vincerlo una delle tre“.
Tu conosci bene l’ambiente romano. Mourinho e Sarri sono gli allenatori giusti per Roma e Lazio?
“La storia parla per loro. Mourinho è un grande allenatore e Sarri ha uno stile di gioco ben definito. Possono essere gli allenatori giusti, ma bisogna vedere se hanno i giocatori adatti per il loro gioco e per poter vincere. Penso che la cosa più importante sia però capire ciò che sta intorno ai due allenatori, se la società è ben organizzata, se è un momento di transizione o se si sta aprendo o chiudendo un ciclo. Queste cose per me contano di più del grande allenatore“.
Lazio, Inter e Juventus: qual è la squadra che più ti è rimasta nel cuore?
“Alla Lazio sono stato più tempo, ho fatto più gol e sicuramente questo fa la differenza. La cosa divertente è che ancora oggi i tifosi di tutte le squadre mi riconoscono e mi fermano per strada. Molti di loro, però, mi ricordano solo ciò che ho fatto con la maglia biancoceleste. Mi sono trasferito all’Inter perché volevo realizzare il sogno di giocare in Champions League. Con la Lazio mi sono lasciato bene, anche se c’è stato quell’episodio della capriola contro Lotito dopo un mio gol all’Olimpico nel 2015. Avevo letto una sua intervista e avevo interpretato male le sue parole, così pensai di vendicarmi con quel gesto. Non avrei dovuto farlo“.
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Come è nata la passione per il vino e l’idea di aprire un’azienda vinicola?
“Io il vino non lo conoscevo e non lo bevevo. Ero proprio ignorante su questa materia. Poi ho iniziato a provare e ho scoperto che mi piaceva. Il suo fascino mi ha conquistato e ho cominciato ad informarmi. Nel 2015 mi sono innamorato di questo posto e ho deciso di comprare casa e di produrre vino. Oggi ‘Cà del Profeta’ produce Brachetto, Grignolino e due tipi di Barbera, abbiamo il ristorante interno e le camere per ricevere gli ospiti. Insomma, offriamo un pacchetto completo. Il mio futuro? Sono tornato per stare vicino alla famiglia, ma se arriva una proposta che non mi fa partire dall’Italia potrei anche tornare a giocare“.
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