Berlusconi sta portando avanti la propria candidatura per arrivare al Quirinale: l’ex Patron del Milan ha sempre mescolato sport e politica.
Silvio Berlusconi sembra tornato il rapace che abbiamo imparato a conoscere negli anni d’oro al Milan: ogni giorno un appuntamento, un evento, una scadenza. In pieno mercato, come nei mesi più caldi dalle parti di San Siro. Stavolta siamo a Roma, ma la sostanza resta la stessa: sempre di una partita si tratta. Forse la più importante della sua carriera, meglio della finale di Liverpool, sperando – dal canto suo – in un esito diverso.
In ballo c’è il posto da Capo dello Stato, suo tarlo da sempre: un po’ come comprare Ronaldinho, alla fine ci è riuscito. Spera di fare lo stesso in questa occasione, raggiungere l’obiettivo non è semplice ma c’è chi è pronto a scommettere su di lui. Il primo è Arrigo Sacchi, quello che ha portato a Milano in tempi non sospetti e gli ha permesso di rivoluzionare la concezione di calcio giocato.
Berlusconi, da Sacchi a Galliani: la politica nel pallone
Quel Milan ha fatto scuola e ha fatto scuola anche l’ex Premier perchè – come ricorda Sacchi a La Stampa – avrebbe voluto addirittura farlo Ministro. Sembra impossibile, eppure: “Lui è capace di tutto”, parola dell’ex allenatore pronto a scommettere di vederlo al Quirinale.
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Potrebbe dire lo stesso Galliani, braccio destro, appendice in ogni avventura politica e sportiva di Berlusconi: prima al Milan, poi in Forza Italia e adesso di nuovo al Monza. Insieme. Al punto che c’è anche il voto del “condor” per un’eventuale corsa alla Presidenza della Repubblica.
Tutte le strategie del Cavaliere
Inoltre, Silvio – il Caimano – come l’hanno definito in parte anche i suoi oppositori – ha trovato l’ennesimo espediente: Baresi Sindaco di Milano, era in cantiere alle ultime Elezioni Amministrative. Poi non se n’è fatto più nulla, ma al Cavaliere piace mischiare calcio e politica: entrambi competitivi, con le stesse mire, su piani diversi, ma non è detto che le due cose non possano coesistere.
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Anche stavolta l’uomo di Arcore spera nel colpaccio: i favori del pronostico sono dalla sua, la Giustizia meno. Le sue idee, comunque, fremono perchè – nonostante tutto – per vent’anni e oltre ha dimostrato l’osmosi mediatica fra pubblico e politico. Due facce intercambiabili che consentono anche di prenderla sportivamente, con il calcio come accessorio per ribadire la propria egemonia. Dal campo alla tribuna, stesso approccio fin quando non fischiano la fine. In quest’occasione, c’è ancora l’ultimo atto da giocare e chissà che proprio lo sport non gli venga in aiuto.