Silvio Berlusconi è stato un presidente vincente nella storia del calcio e con il Milan ha raggiunto traguardi sportivi inimmaginabili: i suoi successi e i suoi grandi colpi di mercato.
20 febbraio 1986. Una data storica per il Milan e per Silvio Berlusconi. Già, perché quell’anno, quel giorno, l’imprenditore milanese diventa proprietario del club e da quel momento arriveranno solo successi. Dopo circa un mese, ne diventa proprietario e inizia a collaborare con Adriano Galliani, suo fidato amministratore delegato (anche al Monza).
Appena due anni dopo arriva la vittoria del suo primo scudetto: è la squadra di Arrigo Sacchi, di Gullit e Van Basten, che batte il Napoli di Diego Armando Maradona. Silvio Berlusconi ne vincerà altri sette di titoli Nazionali, per un bottino di otto scudetti. La società rossonera non è riuscita a conquistarne uno nuovo dopo il suo addio dalla poltrona.
Ma i Diavoli non hanno dominato la scena solo in Italia. Infatti, il Milan di Berlusconi è stato protagonista assoluto in Europa e nel mondo.
La società rossonera sarà ceduta completamente solo nel 2017, quando di fatto la famiglia Berlusconi non sarà più nel board del Milan. In 31 anni di gestione, l’imprenditore e leader politico di Forza Italia ha conquistato ben 29 coppe, tra cui gli scudetti sopra citati, 1 Coppa Italia, 7 Supercoppe italiane, 5 Champions League, 2 Coppe interconintali, 1 Coppa del Mondo per Club e 5 Supercoppe UEFA.
Un ciclo estremamente vincente, caratterizzato dall’arrivo di grandi campioni e grandi allenatori. Silvio Berlusconi è stato capace di far indossare la maglia del Milan a Van Basten – protagonista del magnifico trio olandese con Rijkaard e Gullit – Shevchenko, Filippo Inzaghi, Nesta, Pirlo, Gattuso, Kaka (pallone d’Oro), Ronaldinho, Ronaldo e Beckham (questi ultimi a fine carriera) fino ad uno dei colpi geniali Ibrahimovic. Ma altrettanto grandi sono stati i colpi in panchina, tra tutti Sacchi e Ancelotti.
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Tuttavia, tra i tanti campioni che hanno fatto sognare i tifosi del Milan, uno in particolare è rimasto nel cuore di Silvio Berlusconi. Un simbolo fragile, eppure capace di illuminare e trasformare il gioco del calcio. Un centravanti che ha incrociato quell’Arrigo Sacchi a cui Berlusconi ha chiesto di incarnare la sua visione del mondo e del pallone, il profeta della squadra-orchestra.
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“Difficile scegliere il calciatore più amato – ha detto nel 2020 al Corriere della Sera -, ma se devo indicarne uno allora scelgo Marco Van Basten, simbolo della bellezza del calcio come lo intendo io. Un protagonista leggendario che lasciò un vuoto incolmabile quando troppo presto dovette abbandonare i campi di calcio”.
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