L’omaggio dei tifosi del Milan ad Andriy Shevchenko, bomber che ha fatto innamorare tornato da avversario sulla panchina del Genoa
Nel primo tempo della sfida degli ottavi di Coppa Italia, la Curva Sud del Milan ha salutato l’ex campione rossonero Andriy Shevchenko con un segno di passione. Una dimostrazione d’affetto e memoria. “Una lunga storia d’amore lo sguardo di Manchester scolpito nel cuore. Sheva leggenda per sempre” si legge su uno striscione esposto in curva.
“Il fenomeno lascialo là, qui c’è Sheva…” cantano poi i tifosi, come quando lui giocava. Shevchenko, con il futuro in bilico, li saluta commosso.
Non è una situazione facile per l’ex attaccante ucraino, che in caso di esonero potrebbe andare a sedersi sulla panchina della Polonia dopo il divorzio da Paulo Sousa. “Sapeva che la scelta sarebbe stata rischiosa – ha detto Paolo Maldini -. Non l’ho visto contento ma è normale, perché chi fa questo lavoro ci mette il cuore”.
A proposito di cuore, un pezzo l’ha lasciato in Italia e soprattutto in quella Milano nella quale è tornato per la prima volta da avversario. L’aveva detto in un’intervista video pubblicata sul sito del Milan in cui ha ricordato le tappe fondamentali della sua carriera.
Iniziò tutto nel 1999. “Il Milan mi seguiva da due anni prima che iniziasse tutto” ha detto. “Il calcio italiano era popolarissimo allora. Milan, Inter, Roma, Napoli erano le squadre che in quegli anni avevano i giocatori migliori. Io, a 22 anni, ero pronto a mettermi alla prova nel campionato più duro del mondo, contro i migliori giocatori“.
L’ucraino confessa di aver fatto fatica all’inizio ad adattarsi. E ha ringraziato il suo primo tecnico in rossonero, Alberto Zaccheroni. “Mi ha introdotto al calcio italiano in maniera perfetta. Col tempo sono diventato più sicuro. Contro la Lazio, a Roma, ho giocato una delle partite migliore della mia fase iniziale al Milan: pareggiammo 4-4, segnai una tripletta“. In un Milan in ricostruzione, chiude subito da capocannoniere.
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Cruciale, come emerge dall’intervista, la stagione 2003-04. “Alla fine del girone d’andata avevamo credo 7 punti di ritardo dalla Roma. Ma vincemmo lo scontro diretto all’Olimpico. I mesi di gennaio e febbraio furono molto positivi per noi: in poche settimane li staccammo di 4 o 5 punti. Vincere lo scudetto a San Siro, proprio contro la Roma, fu semplicemente indimenticabile” ha ricordato. “Ricordo quanto fosse speciale vedere i tifosi venuti allo stadio per celebrare quella squadra“.
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Sheva ricorda anche un altro abbraccio dei sostenitori rossoneri, nel giorno in cui gli è stato consegnato il Pallone d’Oro a San Siro. “Puntavo da tempo a vincerlo, è stato molto emozionante. Ma lo è stato ancor di più riceverlo la settimana dopo a San Siro. I tifosi erano davvero tantissimi quel giorno, non li dimenticherò mai” racconta. “L’Italia resterà la mia seconda casa“.
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